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Giovedì 03 Luglio 2025
Bergamo, stalle assediate dall’afa: cala la produzione di latte
IL CALDO RECORD. La denuncia di Coldiretti Bergamo: «In azione ventilatori, docce e menù speciali per salvaguardare gli animali». Si produce il 10% in meno di latte e aumentano le spese.
Le stalle bergamasche sono in emergenza: le mucche stremate dalle alte temperature producono mediamente il 10% di latte in meno. Coldiretti Bergamo segnala un calo produttivo diffuso in tutta la provincia, causato da un’ondata di calore lunga e opprimente. «Nonostante la nostra stalla sia molto aperta e dotata di ventole che funzionano senza sosta per contrastare l’afa e ridurre l’impatto dello stress da caldo sugli animali abbiamo comunque rilevato una significativa perdita produttiva di latte» spiega Mario Facchinetti, allevatore di Brignano Gera D’Adda.
Ventilatori e nebulizzatori per gli animali
Il clima ideale per le mucche è tra i 22 e i 24 gradi – spiegano da Coldiretti –. Quando si superano queste soglie, cala l’appetito, aumenta il consumo di acqua e la produzione di latte crolla. Per contenere i danni e salvaguardare gli animali, negli allevamenti bergamaschi è scattato il piano anti-afa: ventilatori accesi tutto il giorno, nebulizzatori in azione, acqua fresca sempre disponibile agli abbeveratoi, e razioni alimentari riviste con l’aggiunta di sali minerali e pasti più leggeri, distribuiti a piccole dosi per evitare lo stress digestivo.
Aumentano le spese per gli allevatori
Misure analoghe sono state messe in campo anche per suini e bovini da carne, che risentono della calura estiva con spossatezza e stress. Ma oltre al calo della produzione, c’è anche un altro fronte: quello dei costi. L’impennata dei consumi energetici e idrici, necessari per raffrescare gli ambienti e garantire il benessere animale, sta mettendo sotto pressione i bilanci degli allevatori. Gli allevatori stanno affrontando una doppia sfida – sottolinea Coldiretti Bergamo –: meno latte da vendere e più spese per mantenere gli animali in salute. Serve attenzione da parte di tutti, perché dietro un litro di latte c’è un grande lavoro e un territorio che resiste.
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