Bonus bollette «in busta» contro la crisi energetica - Cosa sapere

Il decreto. Innalzando il tetto dei fringe benefit per ogni lavoratore. Per quest’anno l’importo massimo passa da 258 a 600 euro netti.

Tra gli ultimi provvedimenti approvati dal governo Draghi, quello al decreto Aiuti bis diventato legge cerca di sostenere quanto più possibile le famiglie e le imprese alle prese con una spaventosa impennata dei costi. In totale sono 17 i miliardi stanziati contro la crisi energetica, per contrastare il caro bollette (con un bonus di 600 euro) e agevolare il ritorno fino a fine anno dello smart working. Chiariamo subito che in questo caso il bonus cosiddetto bollette si traduce nell’innalzamento del tetto del «fringe benefit», ovvero una integrazione al reddito dei lavoratori (alla voce welfare aziendale) erogata dai datori di lavoro attraverso beni e servizi (auto aziendale, buoni pasto, assicurazioni).

Il bonus può essere erogato da parte del datore di lavoro come rimborso in busta paga (sotto la voce “rimborsi da parte del datore di lavoro per il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas”) delle spese sostenute direttamente dai lavoratori, previa presentazione della fattura della bolletta

Il governo Draghi ha portato l’importo massimo dei fringe benefit da 258,23 a 600 euro, dedicando la maggiorazione al pagamento appunto delle bollette di acqua, luce e gas. L’innalzamento del tetto vale al momento solo per quest’anno; toccherà poi al futuro governo decidere quale importo fissare per i prossimi anni, già dal 2023. Il datore di lavoro può dedurre interamente i fringe benefit, riducendo l’imponibile fiscale della società. Per il lavoratore le somme sono nette, non soggette né a tasse né a contribuzione (pertanto non influiscono sulla futura pensione). Il bonus può essere erogato da parte del datore di lavoro come rimborso in busta paga (sotto la voce “rimborsi da parte del datore di lavoro per il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas”) delle spese sostenute direttamente dai lavoratori, previa presentazione della fattura della bolletta.

Oppure l’erogazione può essere fatta direttamente dall’azienda al fornitore della somministrazione del servizio luce, acqua e gas, ma in questo caso l’operazione è più complicata in quanto i canoni delle utenze sono di norma addebitate direttamente al titolare delle stesse. Per quanto concerne le utenze intestate al coniuge o al convivente, al momento non vi è certezza, dato che il decreto non ne parla. Da più parti (citiamo la Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro) è stato richiesto un allargamento dell’applicazione del nuovo tetto anche alle spese intestate a familiari conviventi, per non vanificare l’applicazione ai lavoratori che non risultano gli intestatari delle utenze. Il nuovo tetto dei 600 euro al momento è escluso quello di 200 euro per i carburanti introdotto dal decreto Ucraina-bis: tale bonus (sempre esentasse) è stato considerato aggiuntivo rispetto ai 600 previsti dal decreto Aiuti bis.

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