Cisl: «Sempre meno giovani muratori. Si rischia l’estinzione»

Molti addetti vicini alla pensione, gli under 30 sono un quinto rispetto a quelli del 2003. I costruttori: «Servono percorsi formativi adeguati»

L’allarme lo lancia dal palco del congresso della Filca-Cisl il segretario uscente Simone Alloni, che denuncia l’invecchiamento della popolazione dei cantieri ed il rallentato turn-over, «troppo spesso al centro di infortuni anche molto gravi, sempre più legati all’età del lavoratore». Per Alloni, «si rischia l’estinzione del bocia», cioè il giovane muratore alle prime armi che affianca i più esperti colleghi nei cantieri. Ma per il sindacato, il lavoro giovane nella ripresa delle costruzioni orobiche è poco presente: «Entro qualche anno, si creerà un “buco generazionale” che minaccia di mettere in crisi l’edilizia orobica».

L’età media si è alzata di otto anni

Quello dell’edilizia, per la Filca bergamasca, è un mondo in invecchiamento costante e veloce che oggi si somma alla carenza di manodopera qualificata. Secondo i dati emersi in una ricerca fatta da Cassa Edile nel 2018, negli ultimi quindici anni l’età media dei lavoratori iscritti nella bilateralità industriale si è alzata di 8 anni; i lavoratori under 30 iscritti nel 2018 sono un quinto di quelli iscritti nel 2003; in quello stesso anno, i lavoratori under 40 erano i due terzi del totale degli iscritti, mentre quindici anni dopo sono un terzo sul totale. I dati del triennio 2019-2021, aggregando il mondo edile artigiano a quello industriale, segnalano «una leggera inversione di tendenza, comunque non sufficiente ad un marcato ringiovanimento del settore, problema che impatterà ancor di più nei prossimi anni, quando una parte importante dei lavoratori attivi andrà in pensione».

«Per questo dobbiamo pensare adesso a ridare nuova forza attrattiva al lavoro in edilizia – sostiene Alloni - il sindacato ha favorito e appoggiato un percorso di sensibilizzazione e promozione nei confronti del lavoro edile verso i ragazzi all’uscita della scuola media, con il percorso triennale di Istruzione e formazione professionale della Scuola edile. Per questo si è ridisegnare un nuovo “appeal” verso il lavoro del muratore, accostando tecnologie innovative a un’offerta formativa d’eccellenza». Ma bisogna anche «veder riconosciuto un giusto inquadramento professionale e garantiti percorsi di crescita». «Il dinamismo che percepiamo dopo gli investimenti pubblici, va governato da tutti gli attori, con l’unico obiettivo di consolidare un’edilizia bergamasca sana e di qualità, altrimenti sarà l’ennesimo fuoco di paglia». Per il sindacato, bisogna «mettere al centro del lavoro le persone puntando sulla formazione, sulla professionalità degli addetti, rafforzando la sicurezza nei cantieri e combattendo il fenomeno del dumping contrattuale. Sono questi i presupposti perché ci sia una transizione “giusta”» e si possa «ripristinare un ricambio generazionale».

«Rendere il settore più attrattivo»

«Il settore dell’edilizia sta vivendo una nuova stagione, ma uno dei fattori critici rimane la carenza di personale», concorda la presidente dei costruttori di Ance Bergamo, Vanessa Pesenti: «Tutti insieme dobbiamo promuovere l’attrattività del nostro settore e lo sviluppo di percorsi formativi adeguati, e la Scuola edile ne è un esempio».

Allo stesso tempo, «siamo impegnati per promuovere il ricambio generazionale all’interno delle nostre aziende e abbassare l’età media dei nostri lavoratori, per dare continuità al nostro patrimonio di competenze e professionalità». Attraverso il gruppo dei Giovani imprenditori edili, «si stanno sviluppando forme di collaborazione con istituti superiori della provincia e l’Università».

«L’evoluzione tecnologica che l’edilizia sta attraversando - conclude la presidente di Ance Bergamo - può essere volano di recupero di attrattività verso nuove generazioni di edili, da coniugare con il recupero di una manualità che rischia altrimenti di essere dispersa».

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