
Economia / Valle Seriana
Giovedì 29 Maggio 2025
Cotonificio Zambaiti chiude: 50 lavoratori in cassa integrazione a zero ore
L’ACCORDO. Firmato l’accordo per la cassa integrazione straordinaria per cessata attività. I sindacati: «Serve un percorso dignitoso di ricollocazione».
Un altro storico presidio del tessile bergamasco chiude i battenti. È il Cotonificio Zambaiti di Cene, specializzato nella produzione di biancheria per la casa, che ha avviato la procedura per la Cassa Integrazione Straordinaria (Cigs) a zero ore per cessata attività, coinvolgendo i suoi 50 dipendenti. La firma dell’accordo è arrivata nei giorni scorsi, sancendo l’epilogo di una crisi che nei mesi passati sembrava temporanea ma che ha assunto contorni ben più gravi. Solo a gennaio era stato sottoscritto un contratto di solidarietà per affrontare un calo di commesse, ma ora l’azienda ha deciso la cessazione definitiva della produzione. Un annuncio che ha colto di sorpresa molti lavoratori, preoccupati ma ignari dell’imminente chiusura. Le assemblee avevano fatto emergere segnali di difficoltà, ma nessuno si aspettava uno scenario così drastico.
«La chiusura del Cotonificio Zambaiti pesa sull’intera Val Seriana – sottolineano i sindacati – già provata da anni di contrazioni. È essenziale che questa crisi non si traduca in 50 espulsioni silenziose dal mondo del lavoro. Serve un impegno serio per salvaguardare dignità, competenze e futuro»
L’accordo, firmato da azienda, sindacati e istituzioni, prevede non solo l’erogazione della Cigs per garantire una copertura economica immediata, ma anche misure concrete per la ricollocazione dei lavoratori. Tra queste: comandi a distacco, politiche attive in sinergia con Confindustria e Provincia di Bergamo, con l’obiettivo di ridurre al minimo il periodo di disoccupazione.
A seguire la vertenza sin dalle prime fasi sono state Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil, rappresentate da Milena Occioni, Luca Cappanera e Gianfranco Salvi. «La chiusura del Cotonificio Zambaiti pesa sull’intera Val Seriana – sottolineano i sindacati – già provata da anni di contrazioni. È essenziale che questa crisi non si traduca in 50 espulsioni silenziose dal mondo del lavoro. Serve un impegno serio per salvaguardare dignità, competenze e futuro».
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