Crisi Novem: è fumata nera. Parti lontane, ancora scioperi

LA VERTENZA. Dopo l’annuncio della chiusura a Bagnatica entro fine anno
sindacati e azienda hanno cercato invano un accordo su incentivi e cassa.

È andata male. Almeno per quanto riferiscono i sindacati che dopo la doccia fredda dell’annuncio della chiusura dello stabilimento di Bagnatica, con i 97 dipendenti a forte rischio, si attendevano dall’azienda «aperture più ampie» nei confronti dei lavoratori. Invece per la crisi Novem l’incontro di ieri tra azienda e sindacati si è concluso con una fumata nera, tanto che questi ultimi si sono definiti «fortemente insoddisfatti», mentre dalla proprietà, pur ammettendo il passaggio a vuoto di ieri, si auspica ancora «buona volontà da entrambe le parti per arrivare a una conclusione condivisa».

Ora si attende con ansia il prossimo round tra le parti il 5 ottobre, per capire se potranno esserci novità positive o una rottura definitiva. Intanto lunedì l’azienda aprirà ufficialmente la procedura di licenziamento collettivo per tutti i lavoratori: a quel punto scatteranno i canonici 75 giorni per trovare un accordo.

La mobilitazione in programma

Dopo l’incontro, durato quasi tre ore, si sono tenute due assemblee, durante le quali si è deciso di proclamare un nuovo pacchetto di mobilitazione che prevede fino a 20 ore di sciopero, che saranno programmate dagli stessi delegati Rsu. Già pe giovedì, è prevista la prima astensione dal lavoro per 4 ore, le prime di ciascun turno, con un presidio dalle ore 7.30 alle 9.30 di fronte ai cancelli.

«L’azienda è rimasta irremovibile sull’opportunità di richiedere l’ammortizzazione sociale. Non vuole sentirne parlar - hanno spiegato Luciana Fratus della Fillea-Cgil e Massimo Lamera di Filca-Cisl di Bergamo -. La direzione si è seduta alla trattativa solo con la proposta di rimodulare l’incentivo economico all’esodo, prevedendo un incremento per nulla dignitoso. Usciamo dunque fortemente insoddisfatti da questo incontro. Vedremo cosa accadrà nel prossimo confronto, del 5 ottobre. Nel frattempo, sarà sciopero».

Dal canto suo, l’a.d. di Novem Sergio Fandella spiega che «l’ammortizzatore sociale al momento non è finanziato oltre il 31 dicembre di quest’anno, quindi è improponibile e non possiamo neppure basarci su teorie futuribili di prossimi finanziamenti. Sugli incentivi la società ha messo sul tavolo risorse importanti: mi spiace non siano apprezzate Inoltre abbiamo contattato agenzie di selezione del personale, per formare e riconvertire personale Novem, ma anche presentarlo ad aziende selezionate che hanno attualmente forte necessità di assorbire nuovi addetti. Ci dispiace questo approccio di chiusura da parte del sindacato, comunque la trattativa è più che mai aperta e continueremo a discutere e confrontarci per abbassare l’impatto sociale». Reazioni anche dalla politica: il consigliere regionale Pd Davide Casati ha depositato richiesta di audizione urgente in IVa Commissione Attività Produttive della Regione sul caso Novem. «Le interlocuzioni tra azienda e sindacati non stanno dando i risultati sperati - spiega Casati -: è quindi necessario aprire un’interlocuzione a livello regionale con sindacati e le parti datoriali coinvolte».

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