«Dietro tanti stage c’è solo sfruttamento: sì al contratto unico»

La denuncia. I sindacati si scagliano contro lo strumento dei tirocini extracurriculari: in provincia duemila ragazzi al lavoro per 500 euro mensili senza tutele e contributi.

«Stage extracurriculari: una vergogna senza fine». I sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs denunciano come nella Bergamasca 2mila stagisti siano oggetto di «uno sfruttamento legalizzato» in molti settori con uno «stipendio» di 500 euro al mese senza contratto e tutele per 40 ore settimanali. La soluzione? Un contratto unico di formazione di ingresso nel mondo del lavoro

«Se gli stage a livello di principio in alcuni casi potrebbero essere utili ai fini dell’inserimento lavorativo - affermano Mario Colleoni, Claudia Belotti e Anila Cenolli, rispettivamente segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – nei fatti, nei settori da noi seguiti vengono meramente utilizzati al fine di abbattere il più possibile e senza rispetto dei lavoratori il costo del lavoro. Nel terziario e non solo ormai sono molte realtà aziendali ricercano stagisti, facendo di fatto svolgere loro la funzione di un lavoratore con contratto, ma consegnando agli stessi un quantum di 500 euro, non raramente per 40 ore settimanali, senza contributi, tredicesima, quattordicesima, tfr e straordinari. Si tratta in definitiva – ribadiscono i sindacati – di un uso improprio dello stage, purtroppo molto diffuso anche a Bergamo, funzionale a datori di lavoro senza scrupoli per avere manodopera a costo quasi nullo».

Secondo le valutazioni dei sindacati bergamaschi, «nel solo terziario sono presenti nella nostra provincia ben più di duemila stagisti extracurricolari, molti dei quali svolgono funzioni di commessa-commesso, ma senza un contratto, ma solo con solo un rimborso di 500 euro mensili e non di rado per più volte in società differenti»

Dagli annunci pubblicati, emerge come siano molte le aziende che ricercano tirocinanti. «Solo nella nostra provincia sono migliaia gli stagisti extracurriculari con centinaia le richieste», fanno presente i rappresentanti di Filcams, Fisascat e Uiltucs. Secondo le valutazioni dei sindacati bergamaschi, «nel solo terziario sono presenti nella nostra provincia ben più di duemila stagisti extracurricolari, molti dei quali svolgono funzioni di commessa-commesso, ma senza un contratto, ma solo con solo un rimborso di 500 euro mensili e non di rado per più volte in società differenti».

Anche 50enni senza alternative

«A subire queste forme di abuso molti studenti universitari, spesso neo laureati costretti a lavorare gratuitamente per il bisogno di fare esperienza e inserire attività nei curriculum – rilevano i sindacati -, ma ci sono anche persone rimaste senza lavoro, 40enni o 50enni, costretti ad accettare “rimborsi spese” da fame per l’assenza di un’alternativa. Questa è la triste realtà che si vive oggi in Italia dove a crescere non è solo un lavoro povero e di scarsa qualità ma anche un lavoro quasi non retribuito. Non possiamo assistere indifferenti a ciò che accade – è l’appello di Filcams, Fisascat e Uiltucs -: occorre intervenire subito perché gli sfruttamenti legalizzati cessino, in un Paese che si dichiara civile».

I sindacati evidenziano come «c’è un problema enorme in merito alle procedure che spesso consentono o facilitano il ricorso a queste pratiche scorrette, penalizzanti per i lavoratori ma anche per quelle imprese che rispettano le regole. È fondamentale che le istituzioni intervengano in modo deciso su questa materia, così come allo stesso modo, il fatto di non potenziare gli organici degli ispettorati del lavoro dediti ai controlli, anche in merito alla gestione degli stage, rappresenta un indirizzo che non può essere considerato casuale», concludono Mario Colleoni, Claudia Belotti e Anila Cenolli. Per i sindacati è «fondamentale lavorare all’introduzione di un contratto unico di formazione di ingresso nel mondo del lavoro, uno strumento utile per garantire tutele ai lavoratori».

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