Export, sarà un 2023 «fragile». Stabili i rischi legati al credito

Le previsioni. Interscambio globale sostanzialmente fermo. Positive le aspettative per l’Italia. Ricci (Sace): prioritario investire nella transizione energetica e lavorare per aprire nuovi mercati.

È una «fragile stabilità» quella fotografata nella Mappa dei rischi 2023 di Sace, il planisfero interattivo online che fotografa la situazione in circa 200 mercati esteri. Uno scenario fluido e incerto dopo tre anni di choc: prima la pandemia, poi l’invasione dell’Ucraina, infine il ritorno dell’inflazione.

«La Mappa dei Rischi 2023 evidenzia una generale stabilità del quadro dei rischi del credito globali, senza mostrare tuttavia l’auspicata inversione di tendenza dopo i marcati incrementi dello scorso anno – ha sottolineato Alessandro Terzulli, chief Economist di Sace -. Se da un lato questa stabilità è una buona notizia, dall’altro rappresenta un’occasione persa per quelle geografie che hanno beneficiato di ampi supporti finanziari».

In Africa si vedono gli effetti della mancanza di materie prime alimentari e delle proteste sociali

Sul fronte del rischio di credito le principali geografie avanzate presentano conti pubblici frenati dai sostegni a famiglie e imprese prima per la pandemia, ora per il caro bollette. È il caso di Germania e Francia (stabili con indice di rischio rispettivamente di 18 e 23), mentre è migliorata la Grecia (scesa a 66), che lo scorso anno ha rimborsato in anticipo il debito con il Fondo monetario internazionale ed è uscita dal programma di sorveglianza della Commissione europea.

Il rischio di credito sale nei Paesi dell’Europa emergente, in particolare in Romania (58), gravata dai problemi energetici, e nella Comunità degli Stati indipendenti (CSI), che raggruppa nove ex repubbliche sovietiche, mentre migliora in Croazia (calata a 55), che dal primo gennaio ha adottato l’euro ed è entrata nell’area Schengen.

Degli aumenti energetici hanno beneficiato i Paesi produttori del Medio Oriente

Degli aumenti energetici hanno beneficiato i Paesi produttori del Medio Oriente, mentre in Asia il consolidamento fiscale e una robusta crescita economica posizionano l’India (60) tra i best performer dei mercati globali (con Nuova Delhi l’Unione europea ha in corso negoziazioni per il raggiungimento di un accordo di libero scambio).

Instabilità politica in crescita

Peggiorano, invece, i rischi politici non solo in Russia e Bielorussia (entrambe a 97), ma anche nell’Europa dell’Est e nell’area CSI, con il riacutizzarsi delle tensioni già presenti in Kosovo (71), Serbia (50), Moldavia (64), Bosnia (66), Azerbaijan (59), Armenia (65), Turkmenistan (81).

In Africa, si vedono gli effetti della mancanza di materie prime alimentari e delle proteste sociali (come in Tunisia, Egitto e Nigeria, con score in aumento rispettivamente a 76, 71 e 84), mentre in America Latina si fanno sentire le disuguaglianze sociali, in particolare in Colombia (50), in Brasile (50) con le recenti contestazioni elettorali, ma anche in Perù (47).

L’andamento climatico è sempre più integrato nelle valutazioni del rischio d’impresa

Oxford Economics prevede un interscambio globale sostanzialmente fermo e un Pil mondiale in calo all’1,3%, due punti in meno rispetto alle attese precedenti lo scoppio della guerra. Ma per l’export italiano le aspettative sono positive: «Dopo un incremento del 20% nei primi 11 mesi del 2022, per il 2023 prevediamo che le nostre esportazioni crescano ancora del 5% - ha fatto presente Alessandra Ricci, amministratore delegato di Sace -. Siamo il decimo Paese esportatore nel mondo, l’obiettivo è raggiungere quota 650 miliardi di euro. Per farlo bisogna lavorare sull’apertura di nuovi mercati, sostenere la supply chain e investire in sostenibilità».

L’influenza del fattore clima

L’andamento climatico è sempre più integrato nelle valutazioni del rischio d’impresa, con l’Asia particolarmente esposta ai fenomeni naturali avversi per l’aumento delle temperature due volte più rapido della media globale.

Gli indicatori di transizione energetica, invece, mostrano un parziale miglioramento trainato dalle rinnovabili. «È sempre più chiaro - ha evidenziato l’amministratore delegato di Sace Alessandra Ricci - che la sostenibilità non è nemica della crescita, anzi, ne sarà sempre più il volano».

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