Giò Style, 15 in mobilità dopo l’incendio. Ora timori per il futuro

A far precipitare la situazione i danni gravi causati dall’incendio di luglio. Presidio dei lavoratori a Urgnano.

Precipita la situazione alla Giò Style di Urgnano, azienda storica nata nel secondo dopoguerra con lo scopo di produrre componenti plastici dei primi frigoriferi e il successo per diversi decenni ottenuto con il «boom» della plastica legato ai prodotti per la casa e per i pic-nic.

Poi la forte concorrenza, e le varie crisi generali del settore hanno reso difficile il percorso aziendale degli ultimi anni, aggravato dalla crisi Covid e da un grosso incendio divampato alla fine del luglio scorso, che ha colpito uno dei magazzini da 250 metri quadrati, causando danni ingenti.

Nelle ultime ore la società ha comunicato ai sindacati l’avvio della procedura di mobilità per 15 dipendenti (sui 17 totali) del reparto produzione e aziendale, dovuta a «ragioni strutturali e non temporanee».

L’azienda ha motivato la decisione a causa dell’ormai «insostenibilità del costo del personale», oltre alle difficoltà finanziarie sopravvenute proprio a seguito dei gravi danni causati dall’incendio di due mesi fa.

Subito il sindacato ha convocato un’assemblea, cui è seguito un presidio davanti all’azienda: i 15 lavoratori messi ora in mobilità sono gli stessi, fa sapere il sindacato, che in aprile erano stati «ceduti» alla società terzista «La Soluzione srl», continuando a lavorare in loco regolarmente, fino al 16 settembre, quando sono stati riassorbiti da Giò Style. Per poco però, perché ieri è arrivata la procedura di mobilità. Ieri, nonostante i tentativi, non è stato possibile avere dichiarazioni da parte della società. A questo punto si teme che anche per la società le prospettive siano tutt’altro che rosee, mentre il sindacato ha già fatto sapere che intende portare l’azienda al tavolo «per una trattativa che possa dare un futuro a questi 15 lavoratori».

«La decisione di Giò Style - spiega Gianfranco Salvi segretario della Uiltec di Bergamo -, di abbassare i costi del lavoro riducendo il salario dei lavoratori è pretestuosa ed irricevibile e scatena una guerra tra maestranze costringendole ad abbassare il proprio stipendio pur di lavorare. La Uiltec si batterà insieme a lavoratrici e lavoratori al fine di poter ripristinare una situazione accettabile e decorosa».

«La procedura è chiara - aggiunge Maria Ferrante di Femca-Cisl -, e a questo punto è a rischio il futuro di un’azienda che ha un passato importante. Non si capisce perché un marchio così famoso abbia gestito la vertenza in questo modo: l’attaccamento al lavoro dei dipendenti meritava più rispetto. Ora si tratterà per costruire un percorso di ricollocazione». Il sindacato fa anche sapere che, dopo il presidio di ieri, «seguiranno altre iniziative, anche attraverso i media, per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito a questa situazione critica».

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