Inps, sos personale: via in 69 entro l’anno. Accolte 52 domande di trasferimento

L’allarme. Il numero più alto di richieste in Lombardia. La Cisl: possibili ripercussioni sul servizio. Potrebbero arrivare i 38 vincitori del concorso. «Ma Bergamo poco appetibile, pesa il carovita».

Quasi settanta dipendenti in uscita, 38 (forse) in entrata. Gli uffici provinciali dell’Inps di Bergamo perdono pezzi e nel 2023 il saldo tra coloro che arriveranno e quelli che se ne andranno rischia di essere il più negativo degli ultimi anni.

A lanciare l’allarme sulle possibili ripercussioni in termini di qualità ed efficienza del servizio, è la Cisl che – rendendo noti alcuni dati diffusi dall’Istituto di Previdenza – parla di un esodo di 69 persone entro la fine dell’anno, per effetto di 17 pensionamenti e di 52 domande di trasferimento che sono state accolte (il numero più alto di tutta la Lombardia). A rattoppare il buco i 38 vincitori dell’ultimo concorso, ma è ancora da stabilire quando e se arriveranno; a fronte dei tanti che hanno chiesto di andarsene dalla nostra città, nessuno infatti ha fatto domanda per venire qui a lavorare. «Con questi numeri, la situazione di Bergamo peggiora sensibilmente e ancora di più, rispetto al passato, rischiamo di avere un’organizzazione che non sarà in grado di rispondere alle esigenze di aziende e cittadini di tutta la provincia, in un settore e per servizi altamente sensibili e importanti – dice Francesco Corna, segretario generale Cisl Bergamo –. Noi appoggeremo sempre le richieste dei lavoratori, sia dell’Inps che di altre realtà, di ricercare la propria miglior relazione tra vita, famiglia e lavoro, ma senza un intervento deciso si rischia il collasso».

La situazione è peggiorata negli ultimi tempi: Bergamo si ritrova tra le ultime provincie più attrattive per i vincitori di concorsi, così come altre città del Nord Italia; un problema imputabile innanzitutto, secondo l’analisi del sindacato, a spesa ed affitti che sono più alti rispetto ad altre zone della Penisola. E così molti vincitori di concorso pubblico mettono Bergamo tra le ultime sedi di destinazione. «Non è neppure così sicuro che i 38 che aspettiamo finiranno per accettare tutti l’incarico – puntualizza Giuseppe Garofalo, delegato Cisl Fp all’Inps –. È un’incognita anche quanto sarà consistente la seconda tranche di ingressi, prevista per la seconda metà dell’anno. A fronte di questa condizione, rischiamo di avere una situazione tale che saremo in sofferenza per garantire tutti i servizi necessari all’utenza. Quello da poco concluso, è stato un concorso per laureati, quindi gente con età superiore e situazioni pregresse, con famiglia e casa nel luogo d’origine. Qui, il carovita colpisce duramente chi è abituato ad altri livelli di spesa, e tutto questo influisce sull’appetibilità del territorio. Il depauperamento importante che ci troviamo a dover sostenere inciderà sia sulla qualità di vita del personale che sulla sua capacità di risposta alla cittadinanza».

Il problema è che il posto di lavoro all’Inps non attrae i giovani bergamaschi e così chi vince i concorsi arriva quasi sempre da lontano e dopo un po’ chiede di essere trasferito vicino a casa: «Chiediamo che si affronti in fretta e seriamente il problema – dice ancora Francesco Corna –, aiutando le persone che vengono da fuori regione, soprattutto i giovani, che potrebbero in questo modo cogliere l’opportunità di costruire una famiglia in provincia. Auspichiamo che tutte le parti istituzionali e sociali del territorio si facciano carico del problema, altrimenti ci troveremo presto senza sportelli, soprattutto nelle 6 agenzie in provincia, e la questione peggiorerà sempre più, con disfunzioni per aziende e per i lavoratori dipendenti, che vedranno le risposte dilatate nel tempo». Contattato nel pomeriggio di ieri, l’Istituto non ha replicato alle questioni poste dal sindacato.

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