Natale, boom di acquisti dell’ultimo minuto: a Bergamo torna protagonista il commercio di vicinato

L’ANALISI. Fino alla Vigilia cresce il flusso di clienti nei negozi, mercati e mercatini anche in provincia di Bergamo. Secondo Confesercenti–Ipsos, l’ultima settimana prima di Natale premia il canale fisico, con una spesa media di circa 300 euro al Nord. Abbigliamento, cosmetici, giochi e prodotti enogastronomici trainano gli acquisti, rafforzando il ruolo economico e sociale del commercio locale.

Bergamo

Ultima corsa ai regali anche in provincia: negozi, mercati e botteghe al centro delle scelte dei consumatori. Il Natale entra nel vivo anche a Bergamo e in provincia. Tra oggi e la Vigilia cresce in modo significativo il flusso di cittadini nei negozi di vicinato, nei mercati e nei mercatini natalizi, che tornano ad essere un punto di riferimento per gli acquisti dell’ultimo momento.

Secondo il consueto sondaggio Confesercenti–IPSOS, tra oggi e il 24 dicembre quasi 20 milioni di italiani saranno impegnati negli acquisti finali dei regali natalizi. Il 62% prevede di acquistare almeno un dono presso un negozio fisico, il 22% in supermercati e il 17% in mercati e mercatini.

Un dato che, sottolinea Confesercenti Bergamo, trova pieno riscontro anche nel territorio orobico, dove il commercio di prossimità beneficia della centralità urbana, dell’accessibilità e del rapporto diretto con il cliente. È una settimana decisiva per i negozi: il comportamento d’acquisto è sempre più multicanale, ma l’ultima settimana prima di Natale premia chiaramente il canale fisico. La possibilità di vedere il prodotto, ricevere consulenza e portare subito a casa il regalo, senza rischi legati alle consegne, spinge molti consumatori a tornare nei negozi tradizionali.

Rispetto al periodo del Black Friday, tra oggi e la vigilia gli acquirenti nei punti vendita fisici saranno oltre 6 milioni in più a livello nazionale, un trend che a Bergamo si traduce in una rinnovata vitalità delle vie commerciali, sia nei centri urbani sia nei paesi della provincia.

Anche la spesa dei bergamaschi per i regali di Natale è in linea con la tendenza del Nord Italia. Il budget medio previsto per i regali di Natale è di 250 euro a persona, che sale a circa 300 euro nelle regioni del Nord, Lombardia compresa. Il giro d’affari complessivo stimato a livello nazionale è di 9,5 miliardi di euro.

I regali più ricercati confermano un Natale ancora molto legato al commercio tradizionale: abbigliamento (44%), cosmetica e profumi (41%), giochi e giocattoli (33%), libri e accessori moda (26%), prodotti gastronomici ed enogastronomici (28%). Questi ultimi particolarmente apprezzati nel Nord. Categorie che trovano nel commercio bergamasco – fatto di negozi specializzati, librerie indipendenti, botteghe alimentari ed enoteche – una risposta di qualità, competenza e radicamento territoriale.

“I dati confermano un segnale incoraggiante anche per Bergamo – sottolinea Confesercenti Bergamo –: il ritorno nei negozi di prossimità rafforza non solo l’economia locale, ma anche la vivibilità dei nostri centri, il presidio sociale e l’identità commerciale dei territori».

Il Natale si conferma quindi un momento chiave non solo per i consumi, ma anche per riscoprire il valore del commercio di vicinato, che resta un pilastro dell’economia e della vita quotidiana bergamasca.

Antonio Terzi, Presidente Confesercenti Bergamo: «Il ritorno dei consumatori nei negozi di prossimità, confermato dai dati Confesercenti–Ipsos, è un segnale che la politica e le istituzioni devono saper leggere e accompagnare. A Bergamo il commercio locale continua a svolgere una funzione economica e sociale essenziale, ma ha bisogno di condizioni favorevoli: meno burocrazia, regole equilibrate, attenzione alla fiscalità e politiche urbane adeguate. In questa direzione stiamo lavorando con Regione Lombardia per rilanciare nel 2026 i Distretti del Commercio, uno strumento di politica territoriale che può sostenere in modo concreto le iniziative necessarie a rafforzare il commercio di vicinato e la vitalità dei nostri centri urbani».

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