Opere pubbliche, Ance: «I prezzari siano allineati al mercato»

Il commento di Ance Aggiornamento in vigore da lunedì. Agli enti locali orobici facoltà di corrispondere il 5% in più. Pesenti: aumento dei costi mette a dura prova le imprese.

Così, non si poteva continuare. Aumenta il costo delle minestre liofilizzate, figuriamoci quello dei materiali da costruzione e Regione Lombardia, come promesso, ha aggiornato il Prezzario delle opere pubbliche - fermo a gennaio - strumento fondamentale per redigere un preventivo dei lavori, in particolare a fronte di una gara d’appalto. È stata chiamata edizione infrannuale: è entrata in vigore lunedì e sarà valida fino al 31 dicembre di quest’anno, ma potrà comunque fare da riferimento fino al 31 marzo 2023 per i progetti a base di gara approvati entro questa data.

Un aggiornamento del Prezzario regionale - in cui confluiscono voci che riguardano il costo dei materiali, ma anche quello della manodopera - si è reso necessario per «fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali e dei prodotti energetici che stanno mettendo a dura prova l’attività delle imprese», come spiega Vanessa Pesenti, presidente di Ance Bergamo, l’Associazione nazionale dei costruttori edili della nostra provincia.

C’è un punto, che non è vincolante, ma facoltativo, su cui Ance mette l’accento: invita cioè gli enti locali ad «avvalersi della facoltà di applicare il coefficiente territoriale in aumento, pari al 5% per la provincia di Bergamo, previsto dalla Regione in considerazione delle variazioni dei costi determinate dalla localizzazione dei lavori». Lavori che riguardano demolizioni, scavi piuttosto che opere stradali, per citarne alcuni. E che può anche essere d’aiuto a incentivare le imprese a partecipare a bandi che altrimenti potrebbero anche andare deserti. Se Bergamo è appaiata a Brescia nel calcolo del coefficiente al 5%, a Varese, Como, Lecco e Sondrio tocca l’8%, mentre a Cremona, Mantova e Pavia è al 6%. Gli enti locali hanno a disposizione anche un altro strumento in caso di extra costi: «Per quanto riguarda gli appalti in corso, è essenziale che le stazioni appaltanti, prive di risorse economiche, si attivino per l’accesso ai fondi ministeriali, la cui prima finestra si chiuderà il 31 agosto, per consentire il pagamento dei maggiori costi determinati dagli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali», sottolinea Pesenti.

Secondo la leader di AnceBergamo, però, tutto questo non basta. Perché «le previsioni di aumento dei costi energetici, pesantemente influenzate dal conflitto in corso in Ucraina, confermano la necessità di adeguamenti dei prezzi e di compensazioni degli extra costi più tempestivi e incisivi». «Si tratta di obiettivi da conseguire sia attraverso l’emanazione di norme specifiche sia attraverso l’esercizio da parte della Regione della propria autonomia decisionale».

E avanza una richiesta e cioè che rispetto al lavoro di revisione integrale del prezzario che Regione Lombardia sta conducendo in collaborazione con il Politecnico di Milano, «vengano individuati al più presto meccanismi di rilevazione dei prezzi che consentano aggiornamenti costanti e maggiormente allineati all’andamento del mercato, garantendo la corretta remunerazione per tutte le categorie di lavori edili, senza la necessità di interventi straordinari».

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