Pos, rinvio delle sanzioni e polemiche: è senza un negozio su cinque

Non tutti favorevoli alla proroga del governo. Ascom e Confesercenti: le piccole attività in difficoltà. Nozza (Uil): «Così viene penalizzato chi si era adeguato».

Nella Bergamasca un’attività commerciale su cinque è ancora sprovvista di Pos per i pagamenti elettronici e in generale la copertura arriva a due terzi. Intanto associazioni di categoria e consumatori, oltre ai sindacati, sono su posizioni contrapposte sulla necessità di copertura del servizio. Nel frattempo il governo ha rinviato al 2023 le sanzioni agli esercizi che rifiutano pagamenti tramite Pos, innestando altre polemiche.

Crescita del 27% in 5 anni

Il numero dei terminali in negozi e uffici in provincia è stimato tra i 56 e i 58 mila, con una crescita negli ultimi 5 anni del 27%, nettamente al di sotto di quella nazionale essendo il nostro sistema dei pagamenti già attrezzato da anni. A Bergamo nel 2017 solo un esercente su due era provvisto di Pos, mentre oggi lo si trova in media in due imprese su tre. Nel commercio si sale all’80%, con il 20% delle imprese, come stimato da Ascom Bergamo, ancora sprovvisto.

Il settore turismo, che comprende alberghi e altre imprese ricettive, come i ristoranti, è coperto al 100%, mentre la percentuale dei bar che offrono la possibilità di pagare con bancomat e carte di credito scende all’80%. I negozi di abbigliamento calzature, gioiellerie, mobili sono tutti pressoché coperti, mentre l’alimentare al dettaglio, sia fisso che ambulante, è coperto al 90%, Ancora bassa invece (stimata intorno al 40%) la copertura per agenti di commercio e immobiliari, edicole, fioristi e professionisti.

«L’introduzione delle sanzioni, peraltro ritardate al 2023 grazie all’intervento della nostra Confederazione – commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Bergamo - di fatto sarà un’ulteriore spinta al recupero degli esercizi refrattari all’introduzione del Pos. Resta però irrisolta la questione delle merceologie, i cui margini o lo scontrino medio molto basso, rendono antieconomico per l’esercente l’accettazione e per le quali la sola detrazione fiscale prevista non è sufficiente. Esistono infatti costi non solo bancari ma anche di connessione telefonica, cui si sommano condizioni di noleggio discriminanti per coloro che hanno un numero basso di transazioni. Le attività più penalizzate e più resistenti sono le edicole, i tabaccai e i panificatori, dove lo scontrino medio è spesso troppo basso per coprire la spesa del pagamento elettronico. Nel caso degli ambulanti è invece in ritardo l’abitudine all’utilizzo del Pos. La nostra associazione punterà ad un rafforzamento delle convenzioni in essere».

Posizione confermata anche da Confesercenti Bergamo. «Ancora oggi diversi esercenti non hanno il Pos e questo perché in molti casi il giro d’affari è talmente limitato che non si ritiene di doversi adeguare all’obbligo già in vigore – rileva il direttore Filippo Caselli -. Ricordiamo che per offrire il servizio, il commerciante deve sostenere dei costi talvolta opprimenti. Questi importi sono sostenibili per le attività con un transato importante, mentre risultano molto meno sopportabili per le piccolissime attività. Gli incentivi messi in campo negli ultimi anni, come il credito d’imposta, non bastano. Serve una politica rivolta alla riduzione dei costi e non certo un regime sanzionatorio che pure in questo momento viene rinviato».

«Solita vicenda all’italiana»

Sindacati e consumatori evidenziano come i disagi si stiano protraendo da troppo tempo. «Si tratta di un’altra vicenda all’italiana, dove assistiamo a continui rinvii per andare incontro ad alcuni settori e portare a casa un fazzoletto di voti – commenta Angelo Nozza, segretario generale della Uil -. In questo modo si penalizzano i consumatori, fra i quali molti pensionati, oltre alle attività che si sono adeguate». Anche Federconsumatori Bergamo sottolinea come «le regole vengono cambiate in corso d’opera – spiega il presidente Christian Perria -. Rinviando le sanzioni si favorisce chi non si è voluto adeguare e non si rispetta i negozianti che hanno rispettato l’obbligo».

Adiconsum Bergamo fa presente che «l’obbligo dei Pos è stato introdotto per la prima volta nel 2012 dal governo Monti e proprio dal primo gennaio, con la riduzione dei pagamenti in contanti a 999,99 euro, era importante nel 2022 introdurre le sanzioni – è il parere della presidente Mina Busi -. Dai taxi agli artigiani, passando per professionisti, bar e locali commerciali, troppo volte i consumatori si sentono rispondere «no» alla loro legittima richiesta di pagare attraverso bancomat o carte di credito».

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