Rincari e inflazione, cresciuto nel 2022 il ricorso a Confidi

Tendenza. Più imprese con problemi di liquidità. In un anno aperte 493 linee di credito in Bergamasca per un valore totale di 56,94 milioni di euro: +13%.

Cresce il ricorso a Confidi da parte delle imprese bergamasche. Inflazione, politica monetaria restrittiva, rincari energetici e delle materie prime hanno generato problemi di liquidità che nel 2022 hanno portato Confidi Systema ad aprire nella Bergamasca 493 linee di credito per un totale di 56,94 milioni di euro, con un incremento rispetto all’anno precedente del 13,3% per volumi di finanziamenti e del 29,1% per numero di pratiche.

«Il nostro livello di operatività nel 2022 è salito perché sono aumentate le operazioni - spiega il direttore generale di Confidi Systema, Andrea Bianchi - ma a fronte di fabbisogni medi inferiori. Sicuramente gli istituti di credito fanno più difficoltà ora che sono calate le garanzie pubbliche legate alle misure emergenziali per la pandemia. Questo ha portato Confidi a diversificare l’offerta, associando all’attività storica di garanzia anche quella di consulenza a tutto tondo, dall’aiuto nel ricorso alle banche all’elaborazione del business plan aziendale».

Nonostante i ripetuti choc il sistema ha retto, «segno che il tessuto imprenditoriale è sano - evidenzia Bianchi - ma bisognerà prepararsi a un ulteriore abbassamento delle garanzie pubbliche dal 2024 se non dovesse essere prorogato il Temporary Crisis Framework», ovvero il regime di aiuto straordinario varato dall‘Ue per far fronte alle conseguenze del conflitto fra Russia e Ucraina, che scadrà il 31 dicembre di quest’anno.

«Mitigazione degli interessi»

Il direttore di Confartigianato Bergamo, Stefano Maroni, conferma che «nel 2022 Confidi è stato uno strumento prezioso per rispondere alle necessità di liquidità delle aziende in seguito all’aumento dei costi energetici e delle materie prime». In più, con i tassi in continua crescita il ricorso al Confidi «ha permesso di temperare le condizioni bancarie, perché la nostra garanzia porta in dote una mitigazione degli interessi grazie a convenzioni con una quarantina di istituti di credito». E anche Maroni segnala un trend sempre più diffuso: «Oltre all’attività di garanzia, le imprese chiedono sempre più spesso assistenza su finanza agevolata, la nuova Sabatini e analisi finanziaria».

Oscar Panseri, vicepresidente di Confindustria Bergamo con delega Credito e Finanza, sottolinea che il quadro di accesso al credito per le imprese si è complicato. In primis, «sono peggiorate le condizioni di pricing del credito a seguito delle misure di politica monetaria che rende complicata la rinegoziazione dei finanziamenti in essere». C’è poi «maggiore selettività nell’analisi di merito creditizio delle imprese», ma un’ulteriore criticità è dovuta alla «crescente concentrazione del numero di gruppi bancari, e quindi riduzione della possibilità di avere una maggiore diversificazione degli interlocutori, unitamente alla scomparsa di alcune storiche banche del territorio orobico».

Nel dialogo con gli istituti bancari secondo Panseri «verranno privilegiate le imprese che riusciranno a comunicare in modo più completo e trasparente i propri progetti e le performance, nonché eventuali difficoltà. Allo stesso tempo i piani aziendali diverranno prioritari nel dialogo con la banca per illustrare come verrà impiegata la nuova finanza e contestualmente verificare la capacità dell’azienda di adempiere ai propri impegni attraverso l’analisi dei flussi finanziari in entrata e in uscita».

Da non trascurare neppure il tema della finanza sostenibile: «Alle banche - aggiunge Panseri - sarà richiesto di includere la valutazione dei rischi Esg nei processi di concessione e monitoraggio del credito”. Se, infatti, a partire dall’esercizio 2024 grandi imprese e pmi quotate saranno tenute a produrre rendicontazione non finanziaria e bilancio di sostenibilità, “anche le pmi non quotate dovranno fare i conti con le richieste in ambito Esg da parte delle banche o del proprio capofiliera».

Contemporaneamente si dovranno sviluppare canali finanziari alternativi per consentire alle Pmi di attivare capitali per crescere e affrontare la transizione sostenibile e digitale: non solo mercato dei capitali, ma anche mondo fintech e fondi di private equity». Sfide aperte, tutte da giocare.

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