Sciopero dei settori privati l’11 aprile, presidio a Bergamo. Le richieste dei sindacati

L’AGITAZIONE. Giovedì 11 aprile lo sciopero generale nazionale indetto da Cgil e Uil, a Bergamo alle 14,30 un presidio di fronte alla Prefettura di via Tasso.

Alla vigilia dello sciopero generale nazionale proclamato da Cgil e Uil, i sindacati provinciali tornano a chiamare a raccolta i lavoratori di tutti i settori privati per il presidio organizzato per giovedì 11 aprile, dalle 14,30 di fronte alla Prefettura in via Tasso a Bergamo. Al centro della protesta c’è innanzitutto la rivendicazione di misure efficaci in materia di salute e sicurezza sul lavoro, in ore di rinnovato sconforto e di rabbia dopo l’esplosione nella centrale idroelettrica Enel del lago di Suviana sull’Appennino bolognese, dove si contano altri morti e altri feriti. Con la protesta di domani si chiederà anche una riforma per un fisco equo e norme per un lavoro di qualità e stabile.

Lo sciopero è stato proclamato di 4 ore per tutti i settori privati, ma sarà di 8 ore per il comparto delle costruzioni, delle merci e della logistica, per il settore metalmeccanico, per quello dei poligrafici e per tutti i lavoratori dell’Enel presenti sul nostro territorio, che hanno scelto di prolungare l’astensione dal lavoro dopo quanto accaduto ieri in provincia di Bologna. Nel trasporto pubblico locale (bus), braccia incrociate dalle ore 16 alle 20. Non sciopererà, invece, il comparto aeroportuale.

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«Quando parliamo di salute e sicurezza parliamo di una vera emergenza nazionale - è tornato a dichiarare oggi Marco Toscano, segretario generale della Cgil provinciale - Il 2023 si è chiuso nel nostro Paese con più di mille morti sul lavoro, circa 585 mila denunce di infortuni, quasi 73 mila denunce di malattia professionale. L’inizio del 2024 non è stato affatto migliore. Abbiamo tutti negli occhi le immagini di Firenze, vite spezzate dentro una catena confusa di subappalti a cascata. Ieri abbiamo assistito a una nuova tragedia al lavoro. È necessario non solo pretendere un cambio di passo, partendo dal rafforzamento del personale ispettivo, dall’intensificazione dei controlli e da una formazione efficace che consolidi l’espansione di una effettiva cultura della sicurezza. Parlare di sicurezza significa anche discutere di una normativa che finisce per condizionare pesantemente il modo di lavorare. Pensiamo alle catene dei subappalti dentro ai quali, troppe volte, si verifica una spinta verso il basso delle condizioni in cui si lavora. Parliamo della precarietà, che mina alla base la sicurezza. Stabilità e qualità del lavoro portano con sé un ambiente più sicuro. Venendo al fisco, le nostre richieste sono molto semplici, direi di buonsenso. Chiediamo un sistema fiscale equo, dove venga definitivamente accantonato ogni discorso sulla flat tax che di equo non ha nulla, anzi contrasta il principio di progressività fiscale agevolando i redditi più alti. Si metta mano alle tassazioni separate allargando la base imponibile fiscale. Infine si avvii una seria lotta all’evasione fiscale. Su questo punto il governo sta dimostrando un grande attivismo per mostrarsi ‘amico’ di chi evade».

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«Riteniamo opportuno che vengano presi in considerazione interventi correttivi e migliorativi per una riforma fiscale che individui le risorse necessarie all’interno delle importanti rendite finanziarie, senza ricorrere a tagli significativi per i lavoratori dipendenti e pensionati» ha aggiunto il coordinatore della Uil di Bergamo Pasquale Papaianni. «Questa politica dovrebbe puntare alla valorizzazione della maternità, a tutele e garanzie anche di natura economica, a garantire politiche fiscali volte a consentire un equo sostentamento dei figli in uno stato di diritto. Per la sicurezza nei luoghi di lavoro, poi, è essenziale intervenire non attraverso finanziamenti a pioggia a tutte le aziende, ma prevedendo un meccanismo di premio per aziende che erogano formazione e sicurezza sul lavoro, associato ad attività di vigilanza e prevenzione. Serve un contratto per i lavoratori precari che valorizzi la persona e il concetto di famiglia. Devono essere salvaguardati servizi pubblici e terziari come l’istruzione e la sanità, pilastri dei nostri principi costituzionali».

Giovedì 11 aprile sciopero dei settori privati. Video di www.bergamotv.itwww.bergamotv.it

Le richieste unitarie nazionali

La salute e la sicurezza sul lavoro, sottolineano i sindacati, devono diventare un vincolo per poter esercitare l’attività d’impresa. Viene richiesto di cancellare le leggi che negli anni hanno reso il lavoro precario e frammentato; superare il subappalto a cascata e ripristinare la parità di trattamento economico e normativo per le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli appalti pubblici e privati; rafforzare le attività di vigilanza e prevenzione incrementando le assunzioni nell’Ispettorato del lavoro e nelle Aziende sanitarie locali; mai al lavoro senza un’adeguata formazione e diritto alla formazione continua per tutte le lavoratrici e i lavoratori; una vera patente a punti, per tutte le aziende e per tutti i settori, che blocchi le attività alle imprese che non rispettano le norme di sicurezza; diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di eleggere in tutti i luoghi di lavoro i propri Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. Infine, i sindacati chiedono l’obbligo delle imprese ad applicare i Ccnl firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative e al rispetto delle norme sulla sicurezza, condizioni per poter accedere a finanziamenti/incentivi pubblici.

I sindacati chiedono una giusta riforma fiscale, evidenziando che lavoratori dipendenti e pensionati pagano oltre il 90% del gettito Irpef, mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute. L’evasione complessiva continua ad essere pari a 90 miliardi all’anno. «La delega che il governo sta applicando – spiegano i sindacati – invece di combattere l’evasione fiscale e contributiva introduce nuove sanatorie, condoni e concordati. Non tassa gli extraprofitti, favorisce le rendite finanziare e immobiliari, il lavoro autonomo benestante e le grandi ricchezze. Questa impostazione del governo va contrastata e invertita». È necessario, evidenziano le organizzazioni dei lavoratori, ridurre la tassazione sul lavoro dipendente e dei pensionati, tassare le rendite e contrastare l’evasione; promuovere così un fisco progressivo abolendo la flat tax, estendendo la base imponibile dell’Irpef a tutti i redditi; indicizzare all’inflazione reale le detrazioni da lavoro e da pensione e detassare gli aumenti contrattuali; andare a prendere le risorse dove sono per finanziare sanità e istruzione, non autosufficienza, diritti sociali e investimenti pubblici.

«Vogliamo rimettere al centro delle politiche economiche e sociali del governo e delle imprese – concludono Cgil e Uil – il valore del lavoro a partire dal rinnovo dei contratti nazionali e da una legge sulla rappresentanza. Chiediamo la centralità della salute e della persona, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, una seria riforma delle pensioni, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo e puntare alla piena e buona occupazione a partire dal Mezzogiorno».

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