Superbonus 110%, corsa contro il tempo: «Serve una proroga»

Aiuti quater. Nel decreto date strettissime: la Cilas va presentata entro domani per le spese dal 1° gennaio. Anaci: «Impercorribile». Ance: «Termine da posticipare».

Un rush finale, bollato anche come «tagliola» da molti esperti di materia condominiale, che potrebbe non bastare per accedere all’agevolazione fiscale del superbonus al 110% per le spese sostenute ai fini dell’efficientamento energetico degli edifici. Il decreto legge 176 del 18 novembre 2022 (decreto Aiuti quater, che modifica il testo originario del decreto Rilancio 34 del 2020) ha posto infatti dei limiti temporali stringenti per accedere al superbonus nella sua interezza. Una corsa ad ostacoli per tanti condomini con due scadenze nelle prossime ore: il deposito della Cilas (comunicazione di inizio lavori asseverata) entro domani e l’adozione della delibera assembleare con approvazione dell’esecuzione dei lavori entro oggi. Senza uno di questi requisiti, addio al superbonus al 110% e aliquote in progressiva diminuzione (dal 90% al 65%) per le spese sostenute dal 1° gennaio 2023 in poi.

Ultime ore quindi con l’affanno per fruire dell’agevolazione e una mannaia che non convince affatto gli operatori del settore. «Abbiamo sempre visto il superbonus 110% come una grandissima opportunità di rinnovamento del patrimonio immobiliare da noi gestito in termini di risparmio energetico e in bolletta, minor impatto ambientale e riqualificazione urbana, purtroppo però questa normativa è stata cambiata oltre 30 volte nell’arco di quasi 3 anni creando caos normativo – sottolinea Sara De Palma, segretario provinciale di Anaci Bergamo, associazione degli amministratori condominiali e immobiliari, quarta in Italia per numero di associati, con 246 iscritti che amministrano circa 12mila condomini -. Rischiamo, insieme a centinaia di imprese e studi professionali, di non realizzare quanto previsto, anche a fronte di importanti costi già sostenuti in questi mesi, per responsabilità non attribuibili a noi». Il meccanismo del legislatore diventa così quasi un ostacolo insormontabile: «Il deposito delle Cilas entro il 25 novembre, solo per quei condomini con delibera assembleare assunta entro il 24, con effetto della norma praticamente retroattivo e dedicato agli interventi già iniziati o in procinto di iniziare, impedisce a molti condomini di accedere al superbonus 110%. La convocazione di un’assemblea necessita di un preavviso di almeno 5 giorni rendendo quindi impossibile per molti amministratori pensare di potersi organizzare. E gli amministratori – aggiunge De Palma - devono valutare i rischi e le responsabilità conseguenti a queste assemblee e le possibilità di azioni successive. Difficile poter pensare di presentare le Cilas in fretta e furia, salvo che la documentazione non sia già pressoché pronta». Poi un’altra questione da monitorare: «Purtroppo molti associati non sono stati in grado finora di realizzare il superbonus 110% a causa delle problematiche di cessione del credito e quindi l’assenza di imprese disponibili all’esecuzione dei lavori. E il nome dell’impresa appaltatrice è una delle informazioni da indicare nella Cilas».

Il superbonus 110%, così riformulato, sembra essersi trasformato da opportunità a preoccupazione costante. «Invitiamo i nostri condòmini alla calma – spiegano da Anaci Bergamo -, e a riflettere sull’opportunità di poter impostare i lavori nelle prossime settimane o mesi con il superbonus al 90%, che ci auguriamo possa far calare i prezzi, riportare il mercato ad una situazione più sostenibile e far ripartire la cessione del credito. Il taglio del superbonus 110% impedisce l’unico modo concreto di diminuire la bolletta energetica dei condòmini».

«Il Parlamento posticipi i termini»

Il decreto legge 176/2022, con le modifiche e scadenze imminenti, lascia perplessi anche i costruttori di Ance Bergamo. «Auspichiamo che il Parlamento, durante la conversione in legge, posticipi il termine del 25 novembre – spiega Vanessa Pesenti, presidente Ance Bergamo e vicepresidente Ance nazionale con delega alle Politiche fiscali -. Siamo di fronte all’ennesimo cambio (sono stati 18 nell’anno) delle regole in corsa sui bonus edilizi e la definizione di scadenze così ravvicinate sta creando ulteriori gravi difficoltà. Serve poi trovare una soluzione concreta e immediata al blocco della cessione dei crediti. La possibilità prevista di spalmare i crediti su 10 anni invece che su 5 anni, rischia infatti di non risolvere il problema e il pericolo è quello di bloccare tutto il sistema. Riteniamo possa essere più efficace la proposta di Ance, elaborata d’intesa con Abi: utilizzare gli F24, a compensazione dei crediti non monetizzati, come ulteriore strumento per dare ossigeno proprio alle imprese a corto di liquidità. Speriamo inoltre che, grazie al confronto con il governo, si possa lavorare a un’estensione del periodo transitorio per l’entrata in vigore delle nuove norme (riduzione del 90%) e a una politica strutturale per i bonus edilizi».

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