Vaccini nelle aziende bergamasche
In pochi giorni oltre 50 adesioni

Brembo, Gewiss, RadiciGroup e Zanetti in campo per la campagna lanciata dalla Regione. Resta la libertà del lavoratore di accettare o meno.

«Apriamo le porte delle aziende alla campagna vaccinale» aveva detto meno di una settimana fa il presidente di Confindustria Lombardia Bonometti salutando con favore l’accordo con Regione Lombardia, Associazione nazionale medici di azienda e competenti e Confapi per un protocollo d’intesa finalizzato all’estensione della campagna vaccinale anti-Covid-19 alle aziende manifatturiere lombarde. Secondo le stime si potrebbero immunizzare fino a 400 mila lavoratori.

Una chiamata generale alle armi, anzi ai vaccini, a cui avrebbero già risposto - secondo quanto si apprende - una cinquantina di aziende che fanno capo a Confindustria Bergamo, per un totale di settemila addetti. Certo, solo un campione rispetto alle 1.200 imprese associate che contano oltre 83 mila dipendenti. Nell’elenco non solo nomi noti della manifattura bergamasca. Anche le dimensioni sembrano non essere un problema, accettano grandi realtà, ma anche molte medie e diverse piccole. Trasversali anche nei settori: non solo la meccanica in campo, ma anche il tessile, e l’agroalimentare. La Zanetti di Lallio è stata la prima a dare il suo assenso, estendendo la richiesta, oltre al sito bergamasco dove operano 120 persone, anche alle altre sedi lombarde. Sempre sul fronte caseario, adesione anche per un’altra importante realtà come la Arrigoni di Pagazzano, che conta un centinaio di dipendenti, anche se, fa notare la società «noi siamo disponibili, poi ogni dipendente sarà libero di aderire o meno». L’accordo prevede, infatti, la somministrazione del vaccino da parte del medico in azienda a tutti coloro che vi lavorano e che volontariamente aderiscono all’offerta. Dal food alle costruzioni: arriva in queste ore l’adesione anche dal gruppo Costim, che controlla Impresa Percassi, Gualini ed Elmet, in tutto oltre 500 dipendenti. Costim ha dato disponibilità a Confindustria con due delle sue sedi a Bergamo e Costa di Mezzate. Sul fronte imballaggi, arriva il via libera anche dalla Grifal di Cologno al Serio, il cui gruppo con le controllate raggiunge i 150 dipendenti: «Fermo restando che la vaccinazione è libera, incoraggeremo tutti a farla», spiegano dalla società. Nell’elenco il nome della Chimiver di Pontida. «Abbiamo fatto le prove generali nei mesi scorsi con i tamponi fatti ai dipendenti già due volte», conferma il presidente Oscar Panseri.

Già al lavoro per organizzare la campagna per tutti i dipendenti altre tre big non comprese, per ora, nell’elenco di Confindustria. In Italcementi (500 dipendenti) oltre alla sede al Km Rosso, vaccinazioni previste alla cementeria di Tavernola e al centro di macinazione di Calusco. Anche Gewiss, confermano dal quartier generale di Cenate, è pronta a dare questa opportunità ai lavoratori di tutte le sedi italiane (800 a Bergamo). Sulla stessa lunghezza d’onda Brembo che, fanno sapere, «si rende disponibile ad applicare il protocollo per i propri addetti». Al lavoro anche RadiciGroup per offrire questa opportunità ai collaboratori. «Alcuni siti hanno già aderito - fanno sapere dalla sede di Gandino - in altri ci stiamo attrezzando».

Adesione di massina, ripetono tutti, invitando alla prudenza anche perché il protocollo che detterà le regole operative, annunciato la scorsa settimana dal presidente regionale Attilio Fontana, è ancora di là da venire.Sull’avvio della campagna «massiva» rischia di pesare inoltre lo stop imposto dall’Aifa «in via precauzionale e temporanea» all’uso del vaccino AstraZeneca, in linea con altri Paesi come Germania, Francia e Spagna, in attesa del pronunciamento dell’Ema atteso per giovedì 18 marzo.

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