Vola l’export agricolo trainato da bevande e formaggi, record di vendite Usa

PRIMO SEMESTRE. Una crescita del 18,9% a 718 milioni. Acque minerali e Grana Padano tra le voci in ascesa. Mazzoleni: «Buon periodo, ma costi produttivi alti».

Una produzione agricola in tenuta, un export che cresce in maniera importante e che «sfonda» soprattutto negli Usa con un record di vendite che fa ben sperare anche per i mesi futuri: i dati della congiuntura agroalimentare del primo semestre di quest’anno forniti dalla Camera di commercio, inducono finalmente all’ottimismo. L’exploit arriva soprattutto dalle vendite di bevande, con l’acqua minerale che in Bergamasca fa da traino (Sanpellegrino soprattutto che domina sulle tavole americane, ma non solo) e dai formaggi, che con ben 9 Dop rendono la Bergamasca una delle province di punta del lattiero-caseario italiano. Complessivamente nei primi sei mesi 2023 le esportazioni agroalimentari hanno toccato complessivamente i 718 milioni di euro, in aumento del 18,9% , leggermente meglio della Lombardia (+18,1%), ma distaccandosi nettamente dall’Italia (+7,1%).

L’incremento delle bevande

Come detto, la crescita dell’export agroalimentare passa soprattutto dallo spiccato incremento delle bevande, che oltre a rappresentare il 50% delle esportazioni orobiche del settore, è pure aumentata del +33,1%. Altro aumento molto importante, come detto è stato quello dell’export di prodotti lattiero-caseari che con un +16,8% si piazzano in seconda posizione, mentre molto forte, anche se con una massa critica minore, risulta anche la crescita di prodotti di pesca e acquacoltura (+122%).

L’aspetto che va evidenziato maggiormente è l’autentico boom delle esportazioni agroalimentari orobiche verso gli Stati Uniti cresciute dell’impressionante cifra dell’84%, superando il livello del 2019 grazie all’ottimo andamento del comparto bevande (acque minerali, ma anche bibite), che rappresentano gran parte dell’esportato verso gli Usa. Ma sono cresciute anche le vendite verso Polonia (+41%), Spagna (+28%), Francia (+25%) e Belgio (+21%).

Gli Usa restano anche il principale mercato di sbocco per il comparto, con una quota del 21,9%; seguite da Francia (13,6%), Germania (8,0%), Paesi Bassi (7,6%), Regno Unito (4,6%), Spagna (3,9%), Svizzera (3,5%), Belgio (2,8%), Polonia (2,0%) e Cina (1,5%).

Tornando al lattiero-caseario, mentre le consegne di latte sono calate del -1,3% rispetto all’anno precedente (Bergamo si mantiene in quinta posizione per tonnellate di latte consegnato), invece per volume prodotto di Grana Padano Dop, Bergamo si conferma la quarta provincia lombarda, con una quota che rappresenta il 3% di quella regionale, ma che nel semestre è stata la provincia che ha fatto registrare la maggiore crescita (+10,9%).

Le imprese bergamasche

Sul fronte demografico, le imprese bergamasche erano nel primo semestre 4.858, in calo di 83 unità rispetto a un anno prima, mentre a livello occupazionale, il saldo tra assunzioni e cessazioni risulta positivo (+1.052).

«I risultati dell’agroalimentare bergamasco - sottolinea il presidente della Camera di commercio Carlo Mazzoleni - mostrano una generale tenuta, ma la forbice dei costi produttivi e dei prezzi alla produzione incide negativamente sulla redditività delle imprese. Le esportazioni agroalimentari hanno avuto una crescita significativa grazie all’industria delle bevande, che ha consolidato la propria quota di mercato in diversi Paesi, in primis gli Stati Uniti».

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