Dimmi come ti assicuri e ti dirò dove andrai

ATTUALITÀ. In una manciata di ore, nella città di Treviso, grazie a un nuovo sistema di «telecamere intelligenti», la polizia locale ha individuato 4.900 auto senza copertura assicurativa.

Un record che negli scorsi giorni è finito sulle prime pagine della stampa veneta ma che è spia di un andamento nazionale: la pandemia prima, e poi il caro prezzi generalizzato, stanno spingendo infatti decine di migliaia di persone a «risparmiare» sulle polizze, perfino su quelle obbligatorie. Il comparto assicurativo, d’altronde, è un termometro di tante sfide che ha davanti a sé il Paese, come emerso tra le righe delle Considerazioni svolte ieri dal Direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, stavolta nel suo ruolo di presidente dell’Ivass, l’Istituto per la vigilanza delle assicurazioni.

Stando alle Considerazioni, è evidente che prezzi al consumo e tassi Bce, entrambi in forte rialzo, costituiscono le principali incognite per il comparto. Si traducono, per esempio, in polizze RC Auto più care per i clienti e in minusvalenze per le compagnie che, lo ricordiamo, detengono nei loro bilanci circa il 10% del debito pubblico nazionale. In calo, inoltre, la raccolta premi nel ramo vita (meno 11 per cento nel 2022): sono sempre di più, infatti, gli Italiani che riscattano le polizze – specie quelle a rendimento garantito - in cerca di investimenti più remunerativi.

Nonostante ciò, secondo Signorini, le compagnie assicurative nel nostro Paese sono in salute sia per redditività che per solidità patrimoniale. «Alla fine del 2022 – ha notato infatti il Presidente dell’Ivass - l’indice di solvibilità per la media del sistema era sceso al 246 per cento, un valore inferiore di circa cinque punti rispetto a un anno prima, ma tuttora elevato e in linea con la media europea». La vigilanza, ha assicurato inoltre Signorini, è stata esercitata con maggiore intensità proprio nei confronti delle compagnie più esposte alle dinamiche dei tassi e dei riscatti. Rimane il fermo appello del vigilante agli operatori: anche se «nel complesso i rischi appaiono adeguatamente presidiati», poiché «l’andamento futuro dei tassi non può che essere incerto, l’attenzione delle compagnie deve rimanere alta».

A fare i conti con l’incertezza, più in generale, dovremmo abituarci un po’ tutti noi cittadini. Le tragiche alluvioni dei mesi scorsi in Emilia-Romagna, così come l’intensa siccità dei mesi invernali, per esempio, hanno riportato alla ribalta un fatto: «Agricoltura, abitazioni private, attività produttive e impianti industriali sono accomunati nel nostro Paese dalla scarsa presenza di (…) coperture assicurative». In particolare nel settore agricolo, «alla fine del 2021 era assicurato meno di un quarto del valore totale della produzione e poco più del 10 per cento delle superfici coltivate». Un atteggiamento lungimirante non potrà continuare a fare affidamento sul solo intervento emergenziale ed ex post dell’autorità pubblica.

Nella relazione sull’attività svolta dall’Ivass non è mancato infine un riferimento esplicito al caso Eurovita, una compagnia di medie dimensioni che è in amministrazione straordinaria da marzo, con clienti per i quali è stata prorogata fino al 30 giugno la sospensione dei riscatti. Signorini, rivendicando sul dossier una proficua collaborazione con Governo e Banca d’Italia, ha ribadito che «si sta delineando (…) una via d’uscita di mercato che vede coinvolto un gruppo di banche e assicurazioni». Un «caso patologico», ha precisato il presidente di Ivass, ma di cui i lettori devono sapere che sentiremo ancora parlare nelle prossime settimane.

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