Fisco Ue, urgente
un regime comune

Dalla fondazione della Comunità europea a oggi, i reiterati tentativi di omogeneizzare gli aspetti cruciali dell’imposizione sui redditi non hanno quasi mai avuto successo. Fino a quando non sarà raggiunto questo obiettivo è del tutto legittimo, in nome del principio europeo della libera circolazione di merci e capitali, che grandi e medie aziende trovino conveniente spostare la propria sede legale in quei Paesi in cui il regime fiscale risulti assai più favorevole. Il caso di cui negli ultimi mesi si è molto parlato è quello dell’Olanda che, pur non essendo un vero e proprio paradiso fiscale, offre un regime fiscale molto attraente.

A fronte di aliquote abbastanza vicine a quelle di altri Stati dell’Ue, l’Olanda prevede una tassazione sugli utili quasi nulla, consentendo a molte aziende di mantenere nelle proprie casse le plusvalenze societarie. Ciò ha fatto sì, ad esempio, che molti grandi marchi del made in Italy abbiano fissato la propria sede legale ad Amsterdam, sottraendo nel 2020 all’erario italiano circa 30 miliardi di euro, per il 10% finiti al fisco olandese e per il 20% rimasti nelle casse delle imprese. I dati sono ricavati da una stima effettuata dal giovane economista francese Gabriel Zucman, attualmente docente presso l’Università della California, Berkeley.

Anche imprese a partecipazione statale come Eni, Enel e Telecom hanno da tempo trasferito in Olanda proprie holding finanziarie. Nel 2016 la famiglia Agnelli ha spostato nei Paese Bassi la Holding finanziaria di famiglia Exor, che è azionista di maggioranza di Fca, Ferrari, Juventus e dei gruppi editoriali Gedi e The Economist. Cementir, la multinazionale italiana del cemento e calcestruzzo appartenente al gruppo Caltagirone, è in Olanda dal 1999. Risale più o meno a quegli anni la scelta di trasferire la propria sede legale in Olanda da parte della Ferrero, produttrice della famosa Nutella. La stessa scelta è stata fatta più di recente da Mediaset, che ha creato la holding Media for Europe, rafforzando il proprio controllo sulla spagnola Mediaset e sulla tedesca Prosieben Sat.1. Così anche sono approdate in Olanda negli ultimi anni Campari, produttrice del famoso Bitter, Illy di Trieste, tra le prime nel campo del caffè, Prysmian specializzata nella produzione di fibre ottiche e di cavi per l’energia e le telecomunicazioni.

Il tema della concorrenza fiscale all’interno dell’Unione europea, dove anche Lussemburgo e Irlanda offrono grossi vantaggi, resta assolutamente centrale e prioritario. La Commissione europea, a causa del voto all’unanimità previsto dal Trattato di Maastricht per decidere sulle politiche fiscali, non è stata in grado di perseguire l’obiettivo dell’armonizzazione. In attesa di una riforma del Trattato, si è ritenuto opportuno ripiegare sul «Codice di condotta per la business taxation», varato da Consiglio dell’Ecofin il primo dicembre 1997, avente una natura di mera raccomandazione. Ciò ha favorito il permanere di un quadro molto disorganico dei vari regimi fiscali, con un conseguente rallentamento del complessivo processo di unificazione e con rilevanti costi per il sistema produttivo europeo generati dall’impossibilità di sfruttare al meglio le potenzialità derivanti da un’integrazione a pieno regime. Un sostanziale riavvicinamento degli ordinamenti tributari dei 27 Stati membri sarà possibile solo con la soppressione del voto all’unanimità e con l’attribuzione di maggiori poteri al Consiglio e al Parlamento europei. Perseguire questo obiettivo si presenta oggi più possibile. Le gravi conseguenze economiche e sociali causate dalla pandemia hanno già indotto Germania, Francia, Italia e Spagna a concordare sulla necessità di rivedere il Patto di stabilità e il Trattato di Maastricht con riferimento, in particolare, al voto all’unanimità richiesto per i temi più rilevanti nei quali rientrano la politica estera, la difesa e la politica fiscale. Un traguardo certamente ancora irto di ostacoli e difficile da raggiungere, ma senza alternative se si vuole procedere verso una vera unione politica europea.

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