Il deputato con la pistola un episodio inquietante

ITALIA. Succede che il proprietario dell’arma sostenga che il colpo sia partito «accidentalmente» (probabilmente da un commensale che stava maneggiando con ammirazione il revolver, ma non è chiaro) e rifiuti - su richiesta della Procura - la cosiddetta prova «stub» della polvere da sparo, in nome dell’immunità parlamentare, astenendosi anche dal consegnare i vestiti.

Già in «Panama», che è del 1981, Ivano Fossati non ne poteva più, ma evidentemente al deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo piace ancora andare ai cocktail con la pistola, scambiando Rosazza, in provincia di Biella, con i peggiori bar di Caracas, se è vero che la notte di Capodanno si è presentato al veglione con in tasca un minirevolver North american arms LR22, uno di quei gingilli che di solito le Bond girl tirano fuori dalla giarrettiera nei film di 007 al casinò quando i cattivi iniziano a mitragliare dai tavoli. Il problema è che non è un film. È accaduto tutto veramente. La notte di Capodanno, a una festa organizzata dalla sorella del sottosegretario Andrea Delmastro, da quel gingillo è partito un colpo di pistola e il proiettile ha finito per ferire - per fortuna leggermente - il genero 31enne di un poliziotto della scorta del suddetto sottosegretario, ospite d’onore della kermesse. Cosa ci facesse il genero del poliziotto a quella festa, visto quel che è successo, è francamente un dettaglio trascurabile.

Succede che il proprietario dell’arma sostenga che il colpo sia partito «accidentalmente» (probabilmente da un commensale che stava maneggiando con ammirazione il revolver, ma non è chiaro) e rifiuti - su richiesta della Procura - la cosiddetta prova «stub» della polvere da sparo, in nome dell’immunità parlamentare, astenendosi anche dal consegnare i vestiti. E già qui - visto che non siamo nel Cile di Pinochet - ci si chiede come mai un deputato dovrebbe rifiutarsi di accertare la verità trincerandosi dietro l’immunità parlamentare, istituzione nata per proteggere la libertà dei rappresentanti della Camera di fronte a derive autoritarie e soprusi liberticidi (a partire dall’«habeas corpus» ovvero dell’arresto, oltre che dalla perquisizione) e non per ostacolare un’inchiesta della Procura della Repubblica tesa all’accertamento della verità a proposito di un episodio inquietante.

Più o meno contemporaneamente ad Afragola, in provincia di Napoli, una donna è stata uccisa da un proiettile vagante sparato dal nipote per festeggiare il Capodanno, secondo una «simpatica» tradizione cara a molti partenopei. Si era dimenticato di scaricare le munizioni, ha detto agli inquirenti dopo la confessione. Succede anche che vi siano stati altri quattro casi analoghi - per fortuna solo con feriti - a Napoli ad Afragola (oltre al caso della morte della donna) e ad Acerra. E così abbiamo scoperto che l’Italia, Paese civile e Stato di diritto con una tradizione secolare che risale a Cesare Beccaria può trasformarsi - all’occorrenza - nel Messico di Zapata o nel Far West di Billy the Kid.

Ironia della sorte, in Rete hanno trovato una dichiarazione del deputato Emanuele Pozzolo sulle armi ai tempi della strage in Oregon, nel 2015, quando uno studente uccise con due pistole semiautomatiche in un College il professore e otto compagni di scuola: «Per Obama è sempre colpa delle armi. Eppure io non ho mai visto una pistola sparare da sola». E invece a quanto pare accade, così come succede che il governo a guida Fratelli d’Italia - lo stesso partito del deputato Pozzolo - abbia appena concesso ai rappresentanti delle forze dell’ordine di acquistare e portare con sé una o più armi oltre quella d’ordinanza quando non si è in servizio e senza licenza o controlli, per la gioia degli armaioli. Che succede se qualcuno ruba il nuovo acquisto a uno di loro mentre è al ristorante o in un agguato? Vedremo altre pistole sparare da sole come a Biella? Forse sarebbe opportuno mettere un freno a questo andazzo. Per il 2024 abbiamo bisogno di lavoro e benessere, non di pallottole.

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