
L'Editoriale
Martedì 27 Maggio 2025
La vittoria a chi si allea: per il centrosinistra la prova del referendum
ITALIA. Un buon risultato per il centrosinistra, uno schiaffo al centrodestra. Le elezioni amministrative di domenica e lunedì hanno innanzitutto un simbolo: il ritorno di Genova all’amministrazione «rossa» dopo la lunga parentesi, peraltro molto elogiata, del sindaco civico di centrodestra Bucci ma anche dopo lo scandalo della giunta regionale Toti.
Una questione morale che non ha impedito ai partiti di governo di eleggere qualche tempo fa Bucci in Regione (probabilmente grazie al prestigio personale del candidato, protagonista della ricostruzione del Ponte Morandi) ma che ha sicuramente influito ora nel portare Silvia Salis, campionessa olimpionica attualmente vice di Giovanni Malagò al vertice del Coni, a vincere la sua corsa già al primo turno. Insomma, Genova la Rossa, dei cantieri navali e delle industrie metallurgiche in crisi, si riprende la poltrona di sindaco.
Le divisioni si pagano
Meno clamoroso perché in linea con il passato ma sempre importante il risultato di Ravenna dove Alessandro Barattoni conquista il Comune al primo turno contro un centrodestra diviso in due tronconi tra loro concorrenti, da una parte Fratelli d’Italia e Forza Italia, dall’altra la Lega. Le divisioni si pagano. In qualche modo si può leggere così anche il risultato delle altre due città capoluogo: Matera e Taranto, dove sono in vantaggio i candidati di centrosinistra che però avrebbero quasi certamente vinto al primo turno se avessero avuto l’appoggio del M5S che invece è mancato sia nel gioiello lucano che sulla tormentata città jonica: si va al ballottaggio in entrambi i casi. Peraltro anche il centrodestra qui zoppicava, e vedremo se saprà unirsi per rifarsi al secondo turno. Insomma, vince chi si allea e, grazie alla legge elettorale per i sindaci (l’unica che veramente funzioni) può guardare ragionevolmente ad un intero mandato in cui lavorare nella propria città.
È chiaro che il centrodestra commenta dicendo che la partita non è chiusa nelle città in cui si va al ballottaggio mentre il centrosinistra, soprattutto la segretaria del Pd Elly Schlein, tesse le lodi della «logica unitaria»
È chiaro che il centrodestra commenta dicendo che la partita non è chiusa nelle città in cui si va al ballottaggio mentre il centrosinistra, soprattutto la segretaria del Pd Elly Schlein, tesse le lodi della «logica unitaria» che lei persegue «testardamente» nonostante i tanti distinguo di Giuseppe Conte che non perde ancora la speranza di tornare un giorno, chissà, a Palazzo Chigi alla guida di una coalizione di centrosinistra da lui guidata. Naturalmente è lo stesso sogno di Schlein che ora guarda alle prossime regionali (si vota nelle Marche, in Campania, Puglia, Veneto) e poi ad un congresso del Pd che intende concludere con una definitiva consacrazione della sua leadership, qualunque cosa ne pensino quelli della minoranza riformista, sempre in imbarazzo ogni volta che la segretaria converge con Conte, Landini e Fratoianni dando l’impressione di voler costruire una coalizione di sinistra-sinistra con appena una coda centrista. Ci sarà il referendum di giugno a mettere alla prova questa strategia - una partita dove però a giocarsi la vera partita è soprattutto Maurizio Landini - e poi adesso si profila una nuova iniziativa, quella di una manifestazione unitaria pro Palestina per fermare l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza. Ci sono problemi di sovrapposizione con una analoga manifestazione indetta in altra data da Cgil, Arci, Acli, ecc. e probabilmente si tenterà di unificare. Con un problema mica da poco: le associazioni condannano «il genocidio» dei palestinesi, e la definizione non è condivisa dalla minoranza Pd, e poi si dicono contrarie anche alla prospettiva del riarmo Ue che viceversa i riformisti hanno votato al Parlamento europeo (gli altri Pd si sono astenuti con molti maldipancia). Se Schlein dovesse convergere su quella piattaforma accettandone i contenuti sarebbe un’ulteriore elemento di rottura con la sua opposizione interna.
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