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ITALIA. Stiamo attraversando un cambiamento silenzioso che può ridefinire spazi e confini della partecipazione democratica. Per questo l’innovazione e l’Intelligenza Artificiale devono diventare parte stabile del dibattito pubblico e dei percorsi formativi.
Il 26 novembre il prof. Oliver Riedel dell’Università di Stoccarda ha tenuto una «Lectio Magistralis» all’Università di Bergamo sul ruolo dei digital twin e dell’Intelligenza Artificiale nei sistemi produttivi di nuova generazione, confermando il forte legame tra due dei principali poli europei dell’innovazione. Un tema di grande rilievo per il mondo del lavoro bergamasco, che non riguarda solo l’economia o la produzione di ricchezza, ma tocca un nodo decisivo delle democrazie contemporanee: la concentrazione e la distribuzione del potere. Stiamo attraversando un cambiamento silenzioso che può ridefinire spazi e confini della partecipazione democratica. Per questo l’innovazione e l’Intelligenza Artificiale devono diventare parte stabile del dibattito pubblico e dei percorsi formativi. Siamo di fronte a un cambiamento già in corso dentro le imprese e nei luoghi di lavoro, destinato a incidere sulla vita quotidiana e sulla qualità dell’occupazione. Come ricordato dalla provocazione del miliardario e tecnocrate Peter Thiel - fautore di un «progresso senza democrazia» - esiste il rischio che l’innovazione corra più veloce della capacità sociale e istituzionale di orientarla e comprenderla.
La Bergamasca si trova in una posizione privilegiata. La forte presenza di meccanica, automazione e manifattura avanzata facilita l’adozione di tecnologie come digital twin, sensori intelligenti, sistemi cyber-fisici e piattaforme di IA. I benefici sono chiari: processi più efficienti, maggiore qualità dei prodotti, sicurezza negli impianti complessi, riduzione degli sprechi e crescita delle competenze. Queste opportunità rafforzano la competitività e possono attirare nuovi investimenti. Ma ogni innovazione porta anche nuovi rischi e nuove asimmetrie. È responsabilità delle istituzioni, del sindacato e dell’associazionismo imprenditoriale riconoscerli per tempo e costruire strumenti adeguati per governarli.
Le tecnologie digitali non introducono solo macchine nuove, ma nuovi centri decisionali che operano tramite dati, modelli e algoritmi. Le principali criticità sono tre. La prima è la trasparenza. Le imprese gestiscono quantità crescenti di dati; comprendere come vengono raccolti, interpretati e utilizzati è essenziale per garantire fiducia e collaborazione. La seconda sono le asimmetrie informative. Chi possiede i dati e la capacità di analizzarli acquisisce un vantaggio competitivo e decisionale che può generare squilibri tra funzioni, ruoli e competenze. La terza, la dipendenza tecnologica. Molti sistemi digitali si basano su piattaforme proprietarie difficili da interpretare. Le PMI rischiano di dipendere da tecnologie la cui logica ed evoluzione non controllano. Sono questioni tecniche, con implicazioni sociali. Sfide industriali, con effetti diretti sulla qualità del lavoro e sulla coesione territoriale.
Digital twin e Intelligenza Artificiale rappresentano una grande opportunità per il sistema produttivo bergamasco, che può diventare uno dei territori più avanzati d’Europa nella manifattura digitale
In questo contesto, il rischio di un «progresso senza democrazia» assume una rilevanza istituzionale precisa: la tecnologia può avanzare più rapidamente dei processi decisionali collettivi; l’innovazione può essere implementata senza adeguato dibattito pubblico; la capacità normativa fatica a tenere il passo; i territori rischiano di essere marginali rispetto a decisioni prese altrove. Non è solo una questione di politica tradizionale: riguarda la democrazia economica, l’organizzazione del lavoro, la qualità della partecipazione. Per un territorio manifatturiero come il nostro, è un tema strategico.
Il compito delle istituzioni non è rallentare l’innovazione, ma orientarla. Servono tre impegni: promuovere la trasparenza dei sistemi digitali; investire nella formazione diffusa (la vera differenza non sarà tra chi possiede o meno le tecnologie, ma tra chi possiede o meno le competenze); favorire un modello partecipato di transizione tecnologica. Le trasformazioni industriali devono essere discusse e accompagnate. Servono sedi permanenti di confronto tra imprese, lavoratori, enti formativi e amministrazioni.
Digital twin e Intelligenza Artificiale rappresentano una grande opportunità per il sistema produttivo bergamasco, che può diventare uno dei territori più avanzati d’Europa nella manifattura digitale. Ma il vero progresso, quello stabile e sostenibile, non è solo tecnologico: è sociale, istituzionale, partecipativo. L’obiettivo deve essere fare dell’innovazione un fattore di coesione, non di distanza; un processo che amplia la partecipazione, non che la riduce; un progresso che rafforza la democrazia attraverso la qualità del lavoro, la trasparenza e la responsabilità condivisa. È questa la sfida che, come territorio, dobbiamo affrontare con determinazione.
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