
(Foto di ansa)
MONDO. Donald Trump è percepito come un simbolo di instabilità, ma in realtà gli obiettivi sono brutalmente precisi. Procede magari a zigzag, ma sui dazi ha vinto. Per difendere le auto europee portandoli «solo» al 15% ha ottenuto in questi giorni dazi zero su molte esportazioni Usa.
Il progetto è sviluppato con due cardini: ribaltamento dei principi costituzionali di attenuazione bilanciata dei grandi poteri del Presidente e nessuna esitazione nella ricerca del proprio interesse personale. Nell’ultimo anno ha raddoppiato (fonte Forbes) il suo patrimonio, passando da 2,3 miliardi a 5,1 miliardi. Il suo marchio macina milioni, usando la Casa Bianca come se fosse un prodotto commerciale, la sua famiglia è entrata e uscita da una criptovaluta che ha rovinato molti e consolidato la sua fortuna. Da presidente, quando gira il mondo, conclude affari privati, trovando sempre qualcuno cui non par vero di diventare socio dell’inquilino della Casa Bianca. Magari regalandogli super aerei o blocchi d’oro col suo nome, come ha fatto ai primi d’agosto il Ceo Apple.
In Italia si aprono indagini supportate da intercettazioni su rapporti troppo amichevoli tra mogli di politici e imprenditori e si teorizza il reato di ricerca di consenso
La legge americana glielo consente, ma nessun presidente prima di lui aveva cumulato tanta inopportunità. In Italia si aprono indagini supportate da intercettazioni su rapporti troppo amichevoli tra mogli di politici e imprenditori e si teorizza il reato di ricerca di consenso.
Trump viola tranquillamente il diritto internazionale in politica estera e ha la mano pesante in politica interna, mandando l’esercito nelle città con sindaco democratico. Si delinea complessivamente una forma autocratica basata sul principio che avere più voti consente qualunque forzatura e che in geopolitica conta la legge del più forte. L’opposizione politica è del tutto inesistente. Il suo predecessore Biden viene strapazzato in diretta mondiale e nessuno fa una piega. Dato che l’unica nube all’orizzonte sono le elezioni di midterm 2026, sta cambiando la geografia dei collegi elettorali e l’opposizione in Texas ha dovuto scappare fuori Stato per evitare la prigione. La magistratura è timida e oggetto di persecuzione quando osa contraddire le spettacolari ordinanze della Casa Bianca.
Due potenti multinazionali come Nvidia e Amd hanno dovuto piegarsi a versare il 15% su tutti gli affari che faranno in Cina. Non era mai accaduto, osserva Federico Fubini, che il governo Usa si facesse pagare per poter lavorare. Al Giappone, alleato storico, sono stati preannunciati 550 miliardi di taglieggio su tutto il commercio in Usa.
Ma non basta. Le principali organizzazioni indipendenti del Paese sono sotto tiro in modo violento. L’ultima vittima è la direttrice della sanità e la penultima la presidente dell’istituto di statistica, colpevole di aver fornito dati non positivi sull’occupazione, sostituita in tronco da uno dei capi della rivolta del Campidoglio nel 2021.
Alcune grandi compagnie (o, Walt Disney) abbiano rinunciato per paura a verdetti favorevoli del Tribunale, pagando pesanti pene pecuniarie, perché preferiscono non disturbare l’amministrazione
Resiste solo la Fed, il cui presidente è bersaglio continuo degli strali trumpiani, e nel frattempo è stata licenziata la governatrice nominata da Biden. Tra pochi mesi Powel comunque scadrà e al suo posto verrà nominato chissà chi, magari un fedele immobiliarista a gestire la finanza Usa (due terzi dell’intero debito pubblico mondiale, con costi per interessi verso 10mila miliardi).
La più grande azienda non asiatica di chips, Intel, ha chiuso repentinamente i programmi di sviluppo in Europa perché Trump vuole nazionalizzarla, e fortuna che l’Italia non ha mai mosso i 4 miliardi di incentivi stanziati per avere da noi un suo stabilimento. Sarebbero già fumo. Ma la cosa peggiore ci sembra il fatto che alcune grandi compagnie (Paramount, Walt Disney) abbiano rinunciato per paura a verdetti favorevoli del Tribunale, pagando pesanti pene pecuniarie, perché preferiscono non disturbare l’amministrazione.
Questa significa piegarsi a qualcosa di più della «servitù volontaria», combattendo la quale è nato cinque secoli fa il costituzionalismo democratico moderno. Significa applicare metodi di persuasione indiretta da Paese autoritario. Un caso di democrazia violata senza ricorrere alla violenza. Lo fa anche Putin, interferendo nelle elezioni altrui. Eppure, il modello di questa post democrazia basata sulla post verità, piace a molti, anche in Italia.
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