Narrazioni al contrario, così Putin ci guadagna

MONDO. Non sono riusciti né Napoleone né Hitler a conquistare la Russia, non si capisce perché dovrebbe riuscirci Zelensky. Questo, più o meno, è il ragionamento con cui Salvini ha inteso infliggere una lezione di realismo ai suoi colleghi di governo, pronti ad approvare un’altra tranche di aiuti all’Ucraina.

Non aveva ancora finito di parlare e la portavoce del ministero degli Esteri russo, l’ormai tristemente famosa Zacharova, rilanciava la sua affermazione, traducendo in soldoni politici quello che nelle parole del leader della Lega era solo alluso: sostenere l’Ucraina equivale a un suicidio annunciato. È, questo, solo uno dei tanti esempi di manipolazione dell’informazione che si possono estrarre dal ricco armamentario propagandistico che Putin utilizza per, come s’usa dire, girare le carte in tavola.

Diceva il ministro del Terzo Reich Goebbels che «una bugia ripetuta molte volte diventa verità»

Primo. L’imbroglio è già nell’impostazione del ragionamento. Mettere sullo stesso piano le campagne di conquista della Russia, scatenate da Napoleone e Hitler, e la difesa del proprio territorio da parte di Zelensky significa attribuire a Kiev gli stessi intenti predatori della Parigi napoleonica e della Berlino nazista.
Secondo. Una volta posto che è l’Ucraina la nazione che aggredisce, si trascina nel novero delle potenze guerrafondaie anche quelle che le offrono soccorso.
Terzo. Ne esce distrutta la legittimità dei governanti europei, veri lupi predatori sotto le sembianze di pecore.
Quarto. Parificando la politica di Zelensky a quella di Hitler si conferisce a Putin la medaglia al valore di novello liberatore dell’umanità da un preteso pericolo nazista risorgente.
Quinto. Lo zar di tutte le Russie ottiene in questo modo il risultato di insinuare nell’opinione pubblica europea l’idea che l’Occidente, perseverando nel continuare una guerra, condannata alla sconfitta, nasconda il suo vero intento: attuare una corsa agli armamenti per ottenere o benefici economici dal commercio bellico, o restare al potere, con buona pace delle tante vite di concittadini, sacrificate sull’altare delle proprie ambizioni di dominio.
Sesto e ultimo. Ne esce convalidata la versione, offerta da Mosca, di questa scellerata guerra di aggressione come semplice «operazione speciale», tesa a liberare i propri connazionali dal giogo del governo nazista (?) di Kiev.

Diceva il ministro del Terzo Reich Goebbels che «una bugia ripetuta molte volte diventa verità». È quello che punta ad ottenere Putin: disorientare, dividere, scoraggiare gli europei. Aprire un varco nell’opinione pubblica in cui infilarsi per realizzare il suo scopo: allargare i confini dell’impero russo.

È la tecnica della nuova guerra ibrida che si combatte: logorare l’avversario per farlo diventare una facile preda. Droni che volteggiano a disturbare il traffico aereo. Hacker che danneggiano i sistemi informatici. Esperti di comunicazione che fanno circolare in rete notizie distorte o apertamente false per instillare nell’opinione pubblica il dubbio. Con un’Europa divisa e un’opinione pubblica disorientata, quale governo avrebbe la forza di opporsi a una futura «operazione speciale» di Putin? Se un giorno varcasse il confine in Lituania – o in Lettonia o Polonia – protestando la necessità di riunire alla madre patria russa una città russofona, chi sarebbe disposto a morire per una nuova Danzica?

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