Cronaca / Hinterland
Giovedì 06 Novembre 2025
Rapina e pestaggio a Milano, quattro in manette. L’indagine partita dall’omicidio di Valbrembo
L’INDAGINE. Violenta rapina in casa a Milano: quattro arresti. L’indagine partita dall’omicidio di Luciano Muttoni a Valbrembo.
Valbrembo
Nelle prime ore del 4 novembre i carabinieri di Bergamo, con il supporto dei colleghi di Monza e Savona, hanno eseguito quattro misure cautelari per una rapina in abitazione a Milano. L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, ha preso le mosse da un omicidio avvenuto a Valbrembo il 7 marzo 2025, quello di Luciano Muttoni.
Quattro indagati: tra loro anche l’assassino di Valbrembo
I provvedimenti, emessi dal Gip del Tribunale di Milano, riguardano un 25enne italiano, già detenuto per l’omicidio di Muttoni, un 20enne italiano, un 22enne brasiliano e un 20enne marocchino. Sono tutti gravemente indiziati di rapina pluriaggravata, lesioni personali aggravate e porto abusivo d’arma da fuoco, con l’aggravante di aver agito in più persone, travisati e armati. Tre dei sospettati sono finiti in carcere, mentre per il quarto è stato disposto l’arresto domiciliare con braccialetto elettronico.
La rapina nel quartiere Lambrate: «pestata» la vittima per 12mila euro
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, nella sera del 26 febbraio 2025, tre degli indagati si sarebbero introdotti nell’appartamento di un uomo nel quartiere Lambrate di Milano, dopo averne ottenuto la fiducia in precedenti occasioni. I rapinatori, con il volto coperto e armati di pistola, hanno aggredito la vittima con calci, pugni e colpi d’arma, costringendola a consegnare denaro e oggetti di valore.
Il bottino: un iPhone 16 Pro Max, un paio di scarpe Louis Vuitton Air Force e altri effetti personali, per un valore complessivo di circa 12.000 euro. La vittima ha riportato gravi lesioni a seguito del violento pestaggio.
L’indagine nasce dal delitto di Valbrembo
La svolta è arrivata nel corso delle indagini per l’omicidio di Valbrembo. Durante una perquisizione nell’abitazione di un conoscente di uno dei presunti assassini di Muttoni, i Carabinieri hanno rinvenuto un telefono cellulare rubato durante la rapina di Milano. Il ritrovamento ha permesso di collegare i due episodi.
La vittima milanese, contattata dagli investigatori, ha poi rivelato di aver installato una telecamera di sorveglianza che aveva registrato integralmente la scena della rapina. Inizialmente aveva denunciato solo un furto, temendo ritorsioni.
Le prove: chat, GPS e messaggi vocali
Nel maggio i carabinieri di Bergamo, sempre sotto la direzione della Procura di Milano, hanno effettuato perquisizioni domiciliari nei confronti dei sospettati, sequestrando cellulari e indumenti indossati durante la rapina. L’analisi dei dispositivi, dei tabulati telefonici e delle localizzazioni Gps ha consentito di delineare con precisione i ruoli dei singoli partecipanti. Determinante anche il contenuto delle chat WhatsApp e dei messaggi vocali, in cui i giovani pianificavano «un lavoro» e parlavano di «togliere tutto» alla vittima. Secondo gli inquirenti, il 20enne italiano avrebbe avuto il ruolo di organizzatore, reclutando i complici e coordinando l’azione, pur non partecipandovi fisicamente.
Le misure cautelari: «Ferocia e determinazione criminale»
A conclusione delle indagini, il G.I.P. di Milano ha riconosciuto gravi indizi di colpevolezza e un concreto rischio di reiterazione dei reati, sottolineando «la ferocia e la determinazione criminale» dimostrate dagli indagati. Le misure cautelari sono state eseguite contemporaneamente nelle province di Monza e Savona. I tre arrestati sono stati trasferiti nelle Case Circondariali competenti, mentre il quarto è stato posto ai domiciliari con braccialetto elettronico, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria milanese.
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