Accesso alle cure e assistenza: parte il servizio «Punto Salute»

LO SPORTELLO. La Cisl: aperto ogni lunedì in via Carnovali per fornire aiuto agli iscritti. Murabito: il servizio sanitario, modello di equità, è a rischio

Dare un aiuto ai cittadini disorientati di fronte al «labirinto» della sanità, tra liste d’attesa ingolfate e tempistiche che si dilatano, normative spigolose e portali informatici non semplici per i meno «smart». Di fronte a una richiesta di supporto crescente, la Cisl di Bergamo – in collaborazione con la Fnp, la Federazione dei pensionati – da lunedì inaugurerà il «Punto Salute», uno sportello aperto ogni lunedì dalle 14,30 alle 16,30 nella sede di via Carnovali per dare assistenza agli iscritti – specie quelli più in difficoltà – rispetto all’accesso alla cura e all’assistenza sanitaria. «L’emergenza Covid, se da un lato ha evidenziato il grande valore del Servizio sanitario nazionale, per un altro verso ha anche messo in evidenza alcuni limiti perlopiù strutturali e di vulnerabilità – ragiona Angelo Murabito, segretario della Cisl Bergamo –. Sono infatti emerse in maniera generalizzata forti criticità nell’erogazione dei servizi, soprattutto in termini di prevenzione e assistenza sul territorio, tempi di attesa e grado di integrazione tra servizi ospedalieri, servizi territoriali e servizi sociali».

Il sindacato snocciola alcuni dati: nell’ultimo anno «l’81% di chi ha cercato di prenotare un appuntamento con il Servizio sanitario nazionale ha avuto difficoltà legate alla lunghezza dell’attesa e, alla fine, ha rinunciato alle cure, oppure, nella maggioranza dei casi, ha pagato di tasca propria», mentre secondo Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) le entrate da ticket sanitario in Bergamasca sono diminuite di 35 milioni di euro rispetto al 2018, «segnale – spiega la Cisl – che dimostra sempre di più che le persone si curano privatamente o rinunciano alle cure». L’attività del «Punto Salute», spiega Murabito, «sarà centrata principalmente sul tema dei tempi d’attesa per visite ed esami, agenda prenotazioni, ambito di garanzia delle visite e dimissioni ospedaliere».

Anche il sindacato chiede un rilancio della sanità pubblica: «La qualità del Servizio sanitario è un motivo di vanto per il nostro Paese, è un pilastro della nostra democrazia, è una leva importante per lo sviluppo economico – rimarca Murabito –. Oggi però questo modello universale, segno di uguaglianza ed equità, è fortemente a rischio. Per le persone meno abbienti il diritto alla salute non è così tutelato. Da una recente ricerca emerge che curarsi senza servizio sanitario costa da 422 a 1.278 euro al giorno per un ricovero, 600 euro al giorno per la degenza in un reparto di Medicina e così via. Se non ci fosse più il Servizio sanitario nazionale, che oggi grava sui cittadini solo per la fiscalità generale, il conto delle cure sarebbe assai salato». La ricetta è quella nota: «Sarà necessario assicurare sostegno economico alla crescita del Fondo sanitario nazionale – conclude Murabito –, sbloccare assunzioni di medici, infermieri, personale socio-sanitario; investire sulla medicina territoriale, azzerare le liste di attesa, garantire il diritto alla salute e prestazioni sanitarie e sociali in ogni territorio».

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