Accoltellamento di Treviglio, licenza sospesa al bar

LA DECISIONE. Minacce e aggressioni, uso di armi. Le forze del’ordine sono intervenute al Bar «Dell’angolo» di Treviglio revocando la licenza dopo l’accoltellamento avvenuto lo scorso 13 ottobre.

Treviglio

Sospesa la licenza del locale di Treviglio nel quale lo scorso 13 ottobre venne accoltellato e ferito gravemente un egiziano di 44 anni, vittima di un connazionale ventisettenne ora in custodia cautelare nel carcere di Bergamo con l’accusa di tentato omicidio.

Il provvedimento è del questore di Bergamo ed è stato notificato martedì 21 ottobre dai carabinieri della Compagnia di Treviglio e dal Commissariato trevigliese, che hanno seguito fin dall’inizio la cruenta vicenda. La chiusura del bar «Dell’angolo», situato in via abate Crippa, durerà venti giorni: la decisione del questore giunge a seguito dei fatti delittuosi con minacce e aggressioni fisiche, anche con armi bianche, che si erano verificate nello spazio antistante il bar anche nei giorni precedenti l’accoltellamento.

Scontri già in precedenza

Uno scenario da paura del quale erano stati attori principali i due connazionali, già protagonisti in precedenza di scontri verbali e fisici, culminati il 13 ottobre con l’azione del 27enne che con un coltello aveva ferito gravemente alla gola il rivale. Attriti violenti riconducibili principalmente al contesto degli stupefacenti e scontro finale che ha rischiato di costare la vita al ferito, muratore residente a Treviglio, noto alle forze dell’ordine per precedenti reati.

L’uomo era stato trasportato all’ospedale cittadino e sottoposto d’urgenza a una delicata e riuscita operazione chirurgica al collo, poi dimesso alla fine della scorsa settimana, dopo cinque giorni di degenza. Accusato di omicidio, con convalida dell’arresto in carcere, è l’accoltellatore, disoccupato, con precedenti di polizia, senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale. La lite tra i due egiziani era scoppiata alle 20,20 nello spazio davanti al locale: già nei giorni prima avevano dato vita a confronti e reciproche minacce, generando apprensione tra il titolare e gli avventori del bar, testimoni dei chiassosi attriti.

La lite del 13 ottobre

Al culmine della l’ultima accesa discussione, il più giovane dei due aveva estratto l’arma da taglio colpendo al collo la sua vittima. Il muratore egiziano subito dopo l’agguato era rientrato nel bar sanguinante con la mano sul collo, chiedendo disperatamente aiuto al barista che aveva subito allertato il 112. Il 44enne si era poi adagiato sul pavimento e in suo soccorso era intervenuto per primo un operatore della Croce Rossa Italiana, la cui sede si trova a una cinquantina di metri dal bar: il volontario, che aveva appena ultimato il proprio turno e stava uscendo dalla centrale operativa, richiamato dalle urla era accorso sul posto tamponando la profonda ferita al collo dell’egiziano, in attesa dell’ambulanza. Dopo l’accoltellamento l’aggressore, inizialmente non identificato, si era allontanato prima dell’arrivo dei carabinieri, giunti sul posto con pattuglie della sezione Radiomobile, della Tenenza di Zingonia e della stazione di Fara Gera d’Adda. La fuga del ventisettenne egiziano era però durata poco tempo. Il giovane era stato infatti rintracciato e fermato nella stessa serata mentre si trovava in un viale del centro da una volante del Commissariato cittadino, che congiuntamente ai carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Treviglio lo aveva poi tratto in arresto per tentato omicidio.

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