«Attenti al miele “fake”». Coldiretti: L’estero affossa la produzione della Bergamasca

L’ALLARME. Apicoltori sempre più in difficoltà. L’import sleale sta affossando il miele italiano con i produttori che devono fronteggiare arrivi di prodotto straniero di bassa qualità a prezzi stracciati, come quello cinese che viaggia poco sopra l’euro al chilogrammo.

A denunciarlo è la Coldiretti di Bergamo. «Siamo drammaticamente preoccupati per l’andamento del mercato – spiega Irvano Fortini, apicoltore di Arzago D’Adda -; dall’estero arriva tantissimo miele di scarsa qualità, che spesso è tutt’altro che miele, a prezzi ridicoli. Questo mette fuori mercato il nostro prodotto di eccellenza. Molti apicoltori hanno scorte importanti ma non riescono a vendere nulla. Una situazione mai vista in 40 anni di attività». Il comparto apistico bergamasco è composto complessivamente da circa 1.450 apicoltori, 3.200 apiari con 20.615 alveari.

L’anno 2023

Nel 2023 sono arrivati in Italia oltre 25 milioni di chili di miele straniero a fronte – rileva Coldiretti - di una produzione nazionale stimata in 22 milioni di chili. Il prezzo medio del prodotto importato dai Paesi extra Ue è stato di 2,14 euro al chilo. Una mole di prodotto a prezzi stracciati finita nel mirino di un’indagine della Commissione Ue che ha fatto analizzare una quota di campioni di miele importato, riscontrando che nel 46% dei casi non è conferme alle regole comunitarie, con l’impiego di sciroppi zuccherini per adulterare il prodotto, aumentarne le quantità e abbassarne il prezzo e l’uso di additivi e coloranti per falsificare l’origine botanica. Il numero maggiore (74%) in valore assoluto di partite sospette proveniva dalla Cina.

Attenzione al miele «fake»

«Capita sempre più spesso di vedere in vendita mieli “fake”, è importante che i consumatori imparino a riconoscere la qualità»compromessa tutta l’attività» sottolinea Samanta Todeschini dell’azienda Daniele Todeschini di Valsecca .

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