Cassa integrazione, Bergamo sfiora i 5 milioni di ore: cresce la «straordinaria»

LAVORO. Il report della Cisl Lombardia segnala difficoltà strutturali in diversi settori. Nieri: «Serve una strategia di rilancio e formazione continua».

Bergamo

Nel secondo trimestre del 2025 le imprese bergamasche hanno utilizzato 4,86 milioni di ore di Cassa Integrazione, un dato che, pur in leggero calo rispetto al trimestre precedente (5,08 milioni), resta superiore ai livelli del 2024 (+558 mila ore). È quanto emerge dal report sugli ammortizzatori sociali diffuso dalla Cisl Lombardia, che analizza l’andamento della Cig in tutta la regione. In Lombardia, nel complesso, sono state autorizzate circa 27 milioni di ore di Cassa Integrazione, in calo rispetto ai 28,9 milioni del primo trimestre.

La diminuzione riguarda in particolare la Cassa Integrazione Ordinaria (Cigo), scesa da 21,4 a 18,2 milioni di ore, mentre la Cassa Integrazione Straordinaria (Cigs) è in aumento, da 7,4 a 8,8 milioni: un segnale di crisi più strutturali e prolungate.

A Bergamo cala la Cigo, cresce la Cigs

Nel dettaglio, in provincia di Bergamo la Cigo è scesa da 3,33 milioni a 2,22 milioni di ore (–1,12 milioni), tornando ai livelli del 2024 (2,19 milioni). Al contrario, la Cigs è cresciuta sensibilmente, passando da 1,74 a 2,64 milioni di ore, con un incremento di quasi 900 mila ore sul trimestre e di oltre mezzo milione rispetto all’anno precedente. Un dato che conferma come le difficoltà di molte imprese non siano più episodiche, ma indichino una tendenza di medio periodo.

Metalmeccanico ancora primo, ma in calo

Il metalmeccanico si conferma il settore più colpito, con il 51% delle ore complessive di CIG, anche se in calo rispetto al 62% del primo trimestre e ai valori del 2024. Segue il tessile, che passa dal 20% al 15%, mantenendosi sostanzialmente stabile sul dato annuale. Molto diversa la situazione nel comparto chimico e gomma-plastica, che balza dall’11% al 26% in pochi mesi, segnando una crescita di 15 punti percentuali e mostrando i segnali più forti di crisi industriale.

Gli altri settori restano più stabili: l’edilizia si attesta al 3%, la carta-editoria scende al 3% (dal 10% del 2024), mentre il commercio mantiene un’incidenza marginale.

Nieri: «Problemi sempre più strutturali»

«C’è una situazione molto complessa – spiega Luca Nieri, segretario generale della CISL Bergamo – nella quale pesano i dazi, il rallentamento economico dell’Italia e dell’Europa e le tensioni geopolitiche. Desta preoccupazione l’aumento della CIGS, che testimonia come per molte realtà i problemi stiano diventando strutturali. Non consola sapere che province come Brescia soffrono anche di più».

Nieri sottolinea come, se da un lato metalmeccanico e tessile mostrano un leggero calo, «dall’altro si registra una forte crescita nel chimico e nella gomma-plastica, dove già mesi fa avevamo rilevato segnali di crisi. Nel metalmeccanico, inoltre, resta critica la situazione del comparto automotive».

«Investire in formazione e nuove produzioni»

Secondo la Cisl, i dati rispecchiano le difficoltà di un Paese dove la crescita si è indebolita nonostante gli effetti del Pnrr. Per Nieri, è il momento di «riqualificare produzioni e competenze, anche attraverso il reshoring e l’innovazione tecnologica. La produzione di microconduttori, ad esempio, può rappresentare un’occasione per convertire le filiere e ridurre le dipendenze estere».

Il sindacato chiede inoltre di utilizzare i periodi di ridotta attività per investire nella formazione continua dei lavoratori e auspica che la legge di stabilità intervenga «con misure di sostegno al lavoro e agli investimenti capaci di rilanciare salari, competitività e partecipazione».

La Cigs cresce in tutta la Lombardia

Nel complesso regionale, la Cigs aumenta di oltre 1,4 milioni di ore rispetto al trimestre precedente, segno di crisi aziendali più profonde. La deroga, invece, scompare quasi del tutto: da oltre 23 mila ore nel primo trimestre a zero nel secondo. Un dato che, secondo la Cisl Lombardia, impone una riflessione sulle politiche di sostegno e sulla necessità di accompagnare la transizione industriale con strumenti più mirati.

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