Con i «contratti pirata» busta paga più leggera fino a 3.371 euro l’anno

L’INDAGINE FIPE. Camerieri di bar e ristoranti, pizzaioli e altre figure «vittime» del dumping contrattuale. «La concorrenza al ribasso penalizza anche le imprese».

Paolo lavora come cameriere in un ristorante e percepisce 1.645 euro al mese tra paga base, indennità di contingenza e scatto di anzianità. Anche Marco serve ai tavoli di un ristorante, ma il suo stipendio è di 1.529 euro. Vabbè, direte voi, alla fine si tratta di una differenza di 116 euro. Che però, considerando 13 mensilità, cresce fino a raggiungere i 1.512 euro in un anno.

È un po’ come la lista dei pro e dei contro quando si deve prendere una decisione. Con la differenza che qui c’è qualcuno che ha deciso a monte per i lavoratori, che si tratti dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil o di sigle minori. Succede così che un cameriere di ristorante - a seconda del contratto nazionale con cui è inquadrato - possa avere una busta paga e dei trattamenti normativi diversi. Per essere chiari, Paolo ha un contratto Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, mentre il meno fortunato Marco ha un contratto Anpit, l’Associazione nazionale per l’industria e per il terziario. A mettere a confronto questo e altri nove Ccnl è la seconda edizione dell’indagine «Il dumping contrattuale nei pubblici esercizi. Stato dell’arte e strategie di contrasto», realizzata da Fipe-Confcommercio, in collaborazione con Adapt (associazione fondata da Marco Biagi nel 2000 per promuovere studi e ricerche sul lavoro) e con il sostegno dell’Ente bilaterale nazionale del turismo.

Il dumping contrattuale

C’è un termine - poco lusinghiero - con cui si definiscono i contratti che consentono al datore di lavoro che li applica di risparmiare sul costo del lavoro, vale a dire «contratti pirata». E nel solo settore dei pubblici esercizi se ne contano ben 41. C’è da dire che, come rileva Confcommercio Bergamo, «la maggioranza di questi contratti non trova applicazione se non in un numero limitato di aziende». Ma il fenomeno del dumping contrattuale è comunque in crescita, per quanto «il Ccnl sottoscritto da Fipe rimanga ampiamente il contratto più applicato nel settore (oltre il 92%)». Nella nostra provincia, complessivamente, si contano 27.437 lavoratori occupati nei pubblici esercizi, di cui la gran parte (17.838) donne, a fronte di 9.599 uomini.

Ad ogni modo c’è anche chi se la passa peggio dei nostri Paolo e Marco. Come un cameriere da bar, che prende 1.540 euro al mese se ha un contratto Fipe, ma 1.280 euro se ha un contratto Anpit, con una differenza quantificabile in ben 3.371 euro all’anno. Peraltro se il cameriere in questione si dovesse assentare per quattro giorni in un mese per motivi non giustificabili secondo quanto previsto dal Ccnl Anpit, la retribuzione diminuirebbe ancora, in base a quanto riporta l’indagine.

Un pizzaiolo, invece, con un contratto Fipe porta a casa 1.645 euro al mese, con il Ccnl Anpit 1.529 euro. Per un capo laboratorio di gelateria sembra invece più conveniente il contratto Anpit, che paga 2.031 euro, contro i 1.857 euro del Ccnl Fipe. Ma quest’ultimo riconosce 14 mensilità, contro le 13 del primo. E ancora: un aiuto pasticcere può guadagnare 1.456 euro (Fipe) o 1.280 euro (Anpit). Un commis di cucina 1.477 (Fipe) o 1.405 (Anpit); un barman 1.645 euro (Fipe) o 1.529 euro (Anpit).

«Il manuale sul dumping contrattuale nei pubblici esercizi rappresenta un testo tanto attuale quanto necessario per far fronte alla pericolosa diffusione di un fenomeno che non solo erode le tutele dei lavoratori dipendenti, riducendo i minimi salariali e le altre forme di tutela di natura normativa, ma mette in atto un meccanismo di concorrenza al ribasso che penalizza ulteriormente le imprese del settore», afferma Giorgio Beltrami, presidente di Fipe Bergamo. E la Federazione orobica «rinnova il proprio impegno a collaborare con gli enti competenti in materia di controlli e ispezioni, l’Inps e l’Ispettorato del lavoro, per sostenere le imprese che applicano correttamente i contratti di lavoro».

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