Da oltre 40 anni «La Porta» aperta grazie alla cultura

IL PREMIO. Alla Fondazione il riconoscimento dedicato agli enti soci del Csv. Un progetto per dare voce ai giovani di origine straniera, insieme a due scuole.

Martedì sera allo Spazio Polaresco sono stati assegnati i cinque riconoscimenti della quinta edizione del «Premio Bergamo Terra del Volontariato» promosso da Csv Bergamo, Fondazione della Comunità Bergamasca, L’Eco di Bergamo e Provincia: a vincere la categoria dedicata alle associazioni socie del Centro di Servizio per il Volontariato è stata la Fondazione Serughetti La Porta. Questa la motivazione con cui la giuria ha assegnato il premio: «Nell’anno in cui Bergamo insieme a Brescia è Capitale Italiana della Cultura, la giuria ha scelto di premiare come associazione socia di Csv la Fondazione Serughetti La Porta per l’impegno nella promozione di iniziative culturali e nella progettazione di percorsi formativi di livello, che da più di quarant’anni contribuiscono a formare le coscienze civili dei bergamaschi.

Nel 2023 l’associazione si è, inoltre, distinta per aver realizzato con la sola forza dei propri volontari il progetto «Non darci la (tua) voce, ascoltaci» dedicato ai giovani bergamaschi con background migratorio, rendendoli protagonisti e offrendo loro la possibilità di esprimere il proprio pensiero».

L’associazione ha, infatti, segnalato in fase di candidatura lo straordinario impegno che i propri volontari hanno profuso per realizzare esperienze concrete che dessero voce ai giovani bergamaschi con background migratorio, con l’obiettivo di renderli cittadini attivi della nostra comunità. Il progetto ha preso il via da un dato concreto: il 20% della popolazione che risiede nella Città di Bergamo è di origine straniera; la percentuale aumenta al 40% se si considera la fascia d’età che va dagli 0 ai 18 anni. Una fetta di popolazione che spesso non viene vista e che rischia di rimanere «impermeabile» al resto della cittadinanza: per questo La Porta ha scelto di dare loro voce, rendendo visibile la normalità della presenza dei ragazzi e delle ragazze di origine straniera nella nostra città e lasciando che fossero proprio loro a prendere la parola e a raccontarsi.

Le attività rivolte ai ragazzi

Il progetto ha coinvolto giovani cittadini e cittadine, figli di migranti ma anche di origine bergamasca, attraverso gruppi di scrittura autobiografica, esperienze narrative, laboratori artistici e di videomaking, momenti di lettura e discussione pubblica. Oltre alle attività rivolte direttamente ai ragazzi e alle ragazze la Fondazione ha realizzato momenti formativi per gli insegnanti, affinché le generazioni adulte siano adeguatamente formate e capaci di guardare alla pluralità che si trovano di fronte. Una classe dell’Istituto Mamoli e una dell’Istituto Pesenti hanno intrapreso un laboratorio di scrittura, mentre due classi del «Mamoli» e due classi del «Pesenti» hanno seguito un laboratorio di scrittura musicale e riprese video. Esito concreto del progetto sono due quaderni: il primo raccoglie i racconti, il secondo i testi delle canzoni.

Il percorso si è concluso lo scorso 30 novembre, con un incontro pubblico durante il quale l’associazione ha raccontato quello che è accaduto anche dando voce agli stessi giovani che sono stati protagonisti delle attività e che hanno potuto leggere e far ascoltare i propri elaborati.

Spazi belli e abitabili

«È stata l’occasione per incontrare le autorità cittadine e porre al pubblico alcune questioni emerse durante il percorso, che ci sembrano particolarmente importanti e che non dobbiamo più sottovalutare – spiega la presidente Gabriella Cremaschi -. La prima è quella della narrazione comune sul tema delle migrazioni, che mette l’accento solo sulle emergenze e non su quella che è la reale convivenza delle persone di origine straniera nelle nostre città. La seconda è il tema degli spazi della città: è emersa una geografia della città vissuta dai ragazzi (non solo quelli di origine straniera) che necessità quindi di costruire spazi belli e abitabili». L’intero progetto e la serata conclusiva sono raccontati sul sito www.laportabergamo.it.

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