
(Foto di Bedolis)
IL RIENTRO. Nel primo pomeriggio di lunedì 6 ottobre la partenza da Tel Aviv, poi lo scalo ad Atene e poco dopo le 19 l’arrivo in Italia. Familiari e amici in aeroporto, in serata l’abbraccio in città, a Monterosso.
Malpensa
Dario Crippa, bergamasco partecipante alla Global Sumud Flotilla, è atterrato in Italia: l’arrivo a Malpensa alle 19,20 di lunedì 6 ottobre. Nel primo pomeriggio il volo da Tel Aviv ad Atene. Poi dalla capitale greca il decollo in direzione Milano.
Ad attenderlo in aeroporto i genitori, la sorella, la fidanzata e alcuni amici, con un cartellone colorato: «Bentornato Dado». Presente anche Maria Elena Delia, portavoce della delegazione italiana della Flotilla: «Sono qui per loro - ha detto - li voglio solo abbracciare e sentire le loro testimonianze».
Le prime parole di Dario Crippa dopo l’arrivo a Malpensa: «Sono stati giorni molto intensi - ha raccontato - da quando ci hanno intercettati in acque internazionali. Siamo stati in un turbine di inumanità. Tutte le notti venivamo svegliati più volte e fatti girare per le celle, non ci veniva data l’acqua, bisognava bere quella del bagno, che era a 30 gradi e ogni volta faceva venire il mal di stomaco. Ci sono state anche violenze fisiche, fin dall’arrivo io stesso sono stato scalciato senza alcun tipo di provocazione e col passaporto italiano bene in vista. Anche poi in carcere, con manette così strette da far perdere la sensibilità alle mani. Ma è solo un decimo di quello che, nella stessa prigione, vivono ogni giorno i palestinesi».
«Un’emozione immensa - ha detto la mamma, Marzia Marchesi - ho colto nell’abbraccio tanta tensione, non devono esser stati giorni facili, soprattutto gli ultimi tre. Dovremo continuare per chi è rimasto in Israele e per chi è a Gaza, certo in questo momento la felicità è massima. Ho detto prima che è come un “quarto parto”, lo confermo», conclude sorridendo.
In serata l’arrivo a Bergamo: «Un gruppo di amici ed amiche di Dario lo accoglierà in piazza Pacati a Bergamo (a Monterosso) con dei lumini accesi e delle barchette di carta per un breve saluto», l’annuncio nel pomeriggio.
E piazza Pacati, a Monterosso, esplode alle 21.25. Urla, strepiti, applausi. Alcune centinaia di simpatizzanti della causa palestinese e di residenti del quartiere, in una piazza illuminata dalle candele e costellata di barchette di carta su ogni muretto, accoglie così Dario Crippa al rientro in città. Gli si fanno subito incontro alcune donne marocchine che gli offrono latte e datteri: «È nostro figlio». E lui, tra i canti di «Bella ciao», prende la parola per ringraziare tutti e precisare: «Non siamo eroi. Siamo un movimento creato dal basso che ha provato a fare qualcosa. Io non sono importante, nessuno di noi lo è. Tutta l’attenzione deve essere per la Palestina».
Elena Carnevali, sindaca di Bergamo, ha espresso felicità e sollievo «per il ritorno a casa di Dario Crippa, nostro concittadino, sano e salvo dopo la partecipazione alla missione della Global Sumud Flotilla, portata avanti nel segno della nonviolenza e con l’obiettivo di portare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, stremata dalla fame, dal dolore e dalla distruzione della propria terra. Il nostro abbraccio va a lui, alla sua famiglia, alla mamma e assessora Marzia Marchesi e a tutte le persone che lo attendevano con affetto e speranza».
L’annuncio del rientro è arrivato nella serata del 5 ottobre, quando in piazza Matteotti a Bergamo era da poco terminato il 35esimo giorno di presidio in sostegno del popolo palestinese e della Flotilla. A diffondere la notizia la mamma, Marzia Marchesi, assessora del Comune di Bergamo: «Ci ha chiamato l’Unità di crisi: domani Dado torna».
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