Il 5 per mille vale oltre 5 milioni, ma penalizza la beffa del «tetto»

L’ANALISI. Ne beneficiano 1.500 enti e associazioni tra sociale e ricerca. Sui podio Cesvi, Acli e Paolo Belli. Ma c’è un limite di legge: pari risorse anche con più firme.

Una firma, un «dono». È anche così che si sostiene la rete ampia e capillare del Terzo settore e dell’associazionismo, ma anche della ricerca e dello sport. In Bergamasca, il 5 per mille vale 5 milioni e 251mila euro: sono le risorse ripartite tra le circa 1.500 realtà con sede in Bergamasca come frutto delle scelte espresse con le dichiarazioni dei redditi compilate nel 2024. Nei giorni scorsi l’Agenzia delle Entrate ha tirato le somme: sono stati 154.195 i contribuenti che hanno deciso di devolvere il 5 per mille del proprio reddito a un ente bergamasco, generando così un tesoretto a forte vocazione solidale. E ora, in tempo di «730», in tanti staranno di nuovo mettendo la firma (accompagnata dal codice fiscale dell’ente beneficiario) per andare a generare un nuovo tesoretto.

Sono stati 154.195 i contribuenti che hanno deciso di devolvere il 5 per mille del proprio reddito a un ente bergamasco, generando così un tesoretto a forte vocazione solidale

Al contribuente, ovviamente, il 5 per mille non costa nulla: è una «devoluzione» automatica fatta dallo Stato e prevista dalla normativa. L’importo che ricevono le realtà beneficiarie – iscritte in un apposito elenco, da alcuni anni soggetto a regole più stringenti legate anche al Runts, il Registro unico nazionale del Terzo settore – è il frutto di alcuni calcoli: oltre alle firme in sé, il contributo è determinato anche da una quota «proporzionale per le scelte generiche» (c’è chi firma ma non indica il destinatario: queste somme allora vengono ripartite in proporzione a quanti hanno invece espressamente fatto la scelta) e da un importo «proporzionale per ripartizione importi inferiori a 100 euro» (si redistribuiscono le quote dei beneficiari che, complessivamente, non sono arrivati a quella soglia).

La classifica

La graduatoria delle realtà bergamasche più gettonate (ovviamente anche un contribuente non bergamasco può devolvere il 5 per mille a un ente bergamasco) non presenta scossoni: è il segno di una certa fidelizzazione, frutto di un lavoro coltivato nel corso degli anni. Anche nel 2024 (come avvenuto anche l’anno precedente) la Fondazione Cesvi si è attestata in vetta sia per numero di scelte (ben 8.603) sia per proventi (riceverà in totale 307.438 euro). A completare il podio ci sono le Acli bergamasche (5.491 scelte, 119.762,66 euro) e l’associazione Paolo Belli per la lotta alla leucemia (4.099 scelte, 150.013,77 euro). Via via scorrono poi altri nomi storici, con un occhio di riguardo soprattutto per l’ambito della salute: nella top ten ci sono ad esempio l’associazione Amici della Pediatria, la From (la Fondazione per la ricerca Ospedale di Bergamo), l’associazione Eos-La stella del mattino cui fa capo «La casa di Leo» e l’Aob-Associazione oncologica bergamasca, tutte impegnate da varie prospettive in campo sanitario.

Ha sede legale a Milano ma cuore bergamasco l’Istituto Mario Negri, che con 10.922 scelte (e un «gettito» di mezzo milione di euro) è al 62° posto della classifica nazionale; sempre su scala nazionale conferma il proprio primato la Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, con oltre 1,7 milioni di scelte e 71,8 milioni di euro di proventi. In media, per quanto riguarda gli enti bergamaschi, ogni firma frutta in media circa 34 euro.

I Comuni

Il 5 per mille può essere devoluto anche a realtà di altro tipo, come i Comuni, gli atenei, le associazioni sportive. Sono 1.298, ad esempio, i cittadini che hanno optato per destinare il proprio 5 per mille al Comune di Bergamo, che così riceverà circa 54mila euro; sempre in fatto di enti locali, Treviglio è al secondo posto con 423 scelte (equivalenti a 12.716 euro), Seriate al terzo con 383 contribuenti (per 11.759 euro). In ambito sportivo il miglior risultato è quello dell’Ast Oratorio Tagliuno (399 scelte, 13.710 euro); in 519 hanno invece indicato l’Università degli Studi di Bergamo (corrispondenti a 26.705 euro).

Il nodo del tetto

Tutto positivo? Non proprio. La normativa prevede che a livello nazionale possano essere redistribuiti grazie al 5 per mille al massimo 525 milioni di euro. Un tetto che ormai è stato raggiunto e che incide sui proventi per i beneficiari: a fronte di un maggior numeri di contribuenti che devolvono il 5 per mille, gli enti devono spartirsi una torta uguale all’anno precedente. Lo raccontano bene i numeri: dal 2023 al 2024 le firme in favore degli enti bergamaschi sono aumentate (sono passate da 147.151 a 154.195), ma le risorse sono anzi lievemente diminuite (da 5.265.971 a 5.251.793 euro).

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