
(Foto di Philip Flores su Unsplash)
LE RIMESSE DEGLI IMMIGRATI. Terzo posto in Lombardia, che è la regione dalla quale vengono inviati più soldi. In un anno calo del 5,6% ma pesano i trasferimenti «invisibili». In Italia media mensile pro capite di 131 euro.
Ammontano a 8,3 miliardi i risparmi che i cittadini di origine straniera hanno inviato nel 2024 nei Paesi d’origine, una somma ufficiale che non comprende i flussi «invisibili», stimati, secondo un modello della Banca d’Italia, tra 1,2 e 3,7 miliardi di euro (pari al 15-45% del valore ufficiale). Quindi ammonterebbe tra 9,5 e 12 miliardi il volume complessivo delle rimesse. I dati elaborati dalla Fondazione Leone Moressa evidenziano che oltre un quinto delle rimesse parte dalla Lombardia (1,8 miliardi); la seconda regione è il Lazio con 1,3 miliardi.
Tra le province lombarde Bergamo si colloca in terza posizione (dietro a Milano e Brescia), mentre è 12esima a livello nazionale con 153 milioni di euro inviati nel 2024, pari all’8,4% del flusso regionale, registrando un aumento del 30,7% rispetto al 2014, e un decremento del 5,6% rispetto al 2023. A livello di province, Roma supera il miliardo di euro inviato nel 2024; segue Milano, con 911 milioni; quasi un quarto di tutte le rimesse italiane parte da queste due città; seguono Napoli e Torino, rispettivamente con 424 e 266 milioni. In generale le rimesse sono aumentate tra il 2017 al 2021, anno in cui a causa del Covid le rimesse informali sono state ridotte per le limitazioni della mobilità. Infatti, le rimesse cosiddette invisibili, sono quelle che avvengono sotto forma di denaro contante affidato a viaggiatori o persone di fiducia o altre modalità «artigianali» non registrabili dalle rilevazioni ufficiali. Il modello di stima della Banca d’Italia, che quantifica queste somme non ufficiali, si basa sull’evidenza che le rimesse verso i Paesi più vicini sono mediamente inferiori rispetto a quelle verso i Paesi lontani.
Un elemento interessante riguarda i Paesi di invio, che nel 2024 vede il Bangladesh come prima destinazione con 1,4 miliardi di euro, pari al 16,9% del totale; seguono Pakistan e Marocco, rispettivamente con 600 e 575 milioni, poi Filippine, Georgia, India, Romania, Perù, Sri Lanka, Senegal. I primi tre Paesi registrano una tendenza positiva negli ultimi dieci anni, mentre la Cina scompare dai primi 20 Paesi, con soli 4 milioni di euro a fronte di una popolazione di oltre 300mila residenti; ricordiamo che fino al 2013 la Cina era la prima destinazione delle rimesse, con picchi di oltre 3 miliardi inviati nel 2011 e 2012. Secondo la Banca d’Italia, l’aumento di alcuni Paesi negli ultimi 10 anni dipende in parte da una recente modifica regolamentare nel comparto degli istituti di pagamento che ha esteso, a partire dal 2018, l’obbligo di segnalazione a nuove categorie di operatori di money transfer che solo in parte aderivano alla segnalazione dei flussi su base volontaria; dal momento che alcuni tra i maggiori intermediari di nuova inclusione sono specializzati nel trasferimento di denaro verso paesi specifici (Bangladesh, Filippine e Pakistan), l’aumento è particolarmente marcato nei flussi relativi a tali paesi.
Un altro dato significativo riguarda la somma media che ogni cittadino invia ogni mese nel Paese d’origine: si tratta di 131 euro. Ma la cifra si discosta dalla media per i cittadini del Bangladesh con 604 euro mensili pro-capite, anche Pakistan e Filippine registrano valori superiori a 300 euro mensili pro-capite, mentre sotto la media sono i cittadini dei paesi più vicini dell’est Europa e Nord Africa, per i quali si ipotizza che contribuiscano i flussi «invisibili». Per il calcolo dei valori pro-capite, si parte dall’ipotesi che i flussi verso un determinato Paese siano riconducibili ai migranti provenienti da quel Paese, anche se i dati si limitano a certificare il Paese di destinazione e non la nazionalità del mittente. Il pro-capite è pertanto il rapporto tra i flussi verso un determinato Paese e la popolazione immigrata in Italia con cittadinanza di quello stesso Paese (vengono considerati tutti i residenti, indipendentemente da età, genere, situazione occupazionale).
La Fondazione Moressa mette in evidenza che le rimesse sono «uno degli strumenti attraverso cui i migranti sostengono i mezzi di sussistenza, rafforzano le economie e contribuiscono direttamente al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdg) dei propri Paesi. I dati evidenziano una forte diversità tra i diversi Paesi di destinazione, con una vitalità maggiore tra le comunità asiatiche».
Fra gli obiettivi di sviluppo sostenibile del Millennio fissati dalle Nazioni Unite per il 2030 c’è anche la riduzione a meno del 3% dei costi di transazione delle rimesse dei migranti e l’eliminazione dei corridoi di rimesse con costi più alti del 5 per cento. L’obiettivo non è stato ancora pienamente raggiunto: a febbraio 2025 il costo medio di invio dall’Italia, per un importo di 150 euro, è del 3,97%.
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