Povertà in aumento, giovani e donne i soggetti più a rischio

IL RAPPORTO CARIPLO. La Fondazione Comunità Bergamasca ha avviato tre nuovi progetti dedicati alla casa e al lavoro. Il vescovo: «Bisogna incidere sulle cause del disagio».

Ci sono numeri che rendono bene l’idea di quanto il tema delle disuguaglianze sia più che mai attuale. In Italia vivono 5,6 milioni di persone (il 9,4% della popolazione) in povertà assoluta e la ricchezza è distribuita in modo tale che l’1% più ricco degli italiani percepisce l’8,7% del reddito totale, mentre il 50% più povero ne percepisce appena il 20,7%. E la situazione peggiora con il passare del tempo. Sono alcuni dei dati più significativi raccolti da Fondazione Cariplo nella prima edizione di «Crescere in Italia, oltre le disuguaglianze», il Rapporto sulle disuguaglianze nato per dare una dimensione concreta al fenomeno e provare a intervenire sui bisogni.

La presentazione

La presentazione del Rapporto ha fatto tappa venerdì 23 giugno in città; in sala Mosaico gli estensori della ricerca hanno illustrato il dossier davanti ai rappresentanti delle istituzioni locali. È stata l’occasione anche per lanciare tre nuovi progetti promossi dalla Fondazione della Comunità Bergamasca, finalizzati al contrasto della povertà e dedicati all’inserimento lavorativo. «L’aumento delle disuguaglianze è diffuso ovunque – ha detto Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo –. Il rapporto è un’occasione per fare in modo che sempre più persone prendano coscienza di questa situazione; di fronte a questi problemi, non possiamo girare lo sguardo altrove».

Un appello alla responsabilità è arrivato anche dal vescovo Francesco Beschi che, mutuando un’immagine di Papa Francesco, ha paragonato la Chiesa a un ospedale da campo, ricordando che nella sola Diocesi di Bergamo è presente in 363 tra opere e servizi (276 di carattere socio-assistenziale, 84 socio-sanitario e 3 di carattere sanitario), e in 266 scuole dall’infanzia alle superiori. «Non basta però curare gli effetti del disagio – ha detto – bisogna anche incidere sulle cause, e questo è compito della carità e del mondo sociale, per provare a superare quelle disuguaglianze alle quali non vogliamo rassegnarci. L’uguaglianza è un diritto e bisogna perseguirla attraverso un sistema. Uguaglianza e libertà sono dimensioni che la legge deve sancire e promuovere; la fraternità invece non si può imporre per legge, ma senza la fraternità, libertà e uguaglianza da sole non reggono».

Giovani e donne a rischio

I giovani, le famiglie con figli piccoli e le donne sono tra i soggetti più a rischio e proprio su di loro si concentra la gran parte dei progetti attivati dalla Fondazione della Comunità Bergamasca: «Nel 2021 abbiamo istituito un Fondo di contrasto alle povertà da cui sono nati progetti legati alla povertà delle condizioni abitative e alla povertà lavorativa – ha detto il presidente Osvaldo Ranica –. Il lungo lavoro di co-progettazione ha portato alla luce tre aree di bisogni emergenti: una crescente presenza di lavoratori poveri, in particolare donne, un preoccupante aumento di giovanissimi che rischiano la cronicizzazione della marginalità, e di molti adolescenti che manifestano segnali di povertà materiali, mettendo in evidenza anche disparità territoriali».

La leva dell’istruzione

«L’istruzione è una delle poche leve per emancipare la propria condizione sociale», ha detto il sindaco Giorgio Gori, che ha ricordato le differenze che ancora esistono tra Nord e Sud Italia. Gori ha poi ribadito che servirebbero delle «politiche attive contro la disuguaglianza. Noi cerchiamo di creare più posti possibili nei nidi della città – ha aggiunto – di promuovere un programma di scuole aperte, e di investire nello sport, altro importante luogo d’integrazione». Sul progressivo impoverimento culturale si è concentrato invece l’intervento del rettore Sergio Cavalieri, che ha ricordato come «il Covid ha messo in evidenza un fenomeno dovuto a un forte taglio dei fondi sull’istruzione, che ha ridotto i docenti e accresciuto le difficoltà di garantire i servizi didattici». La responsabile del Servizio Sviluppo territoriale della Provincia di Bergamo, Gloria Cornolti, ha ricordato l’impegno dell’ente «sui fronti della formazione, del lavoro e della riduzione dell’abbandono scolastico e dei Neet. Attività – ha detto – per cui servono sensibilità capaci di comprendere il contesto, per evitare che politiche uniformi finiscano per generare o incrementare le disuguaglianze».

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