Zone 30, Bergamo punta ad arrivare all’87%. «Ora display luminosi e rallentatori»

MOBILITÀ. L’assessore Berlanda: «Per ridisegnare la viabilità servono risorse che adesso non abbiamo, ma l’obiettivo è estendere le aree a velocità ridotta». Redona raccoglie i fondi.

«Vogliamo dare un’accelerata alle Zone 30». Pare un ossimoro l’intenzione dichiarata dall’assessore alla Mobilità del Comune Marco Berlanda al convegno organizzato sul tema dal Comitato per Redona giovedì sera, al teatro Qoelet, incontro moderato da Luca Bonacina di Eppen.

In arrivo pannelli luminosi

L’obiettivo è porre un freno alla velocità dei mezzi che ogni giorno transitano lungo le vie della città, lambendo anche zone sensibili, come le scuole e le strutture sanitarie. Per rafforzare le Zone 30, Palafrizzoni introdurrà «tra settimane, massimo qualche mese», anticipa Berlanda, nuove iniziative: «Non è sufficiente per ottenere risultati positivi introdurre solo il limite e la segnaletica, serve un ridisegno della viabilità, un investimento stimato in qualche milione di euro per tutta la città, risorse che purtroppo al momento non ci sono. Abbiamo allora studiato soluzioni meno costose, come i pannelli luminosi che indicano il superamento della velocità, che saranno posizionati a tappeto. E ancora cuscini berlinesi, pannelli di plastica da montare sull’asfalto che, a differenza dei dossi, rallentano la velocità senza creare problemi di sicurezza a bici e moto».

Oltre a dare sostanza alle Zone 30 che già esistono, Berlanda annuncia «un’estensione delle zone “trentizzabili”, a 30 chilometri orari – dice l’assessore alla platea –. O ggi siamo al 70%, il Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) prevede di arrivare al 77,7%, ma da un’indagine è emerso che possiamo raggiungere l’87% e lì vogliamo arrivare».

L’esperienza del Comune di Bologna

Una copertura pressoché totale, sulla scia di quanto fatto dal Comune di Bologna. Un’esperienza raccontata sul palco di Redona dall’ex assessore alla Mobilità Andrea Colombo, con i primi dati a un anno dalla «rivoluzione», con il 70% delle strade a 30 km/h (caso diventato nazionale per la polemica tra gli amministratori e il ministro dei Trasporti Matteo Salvini).

Le altre esperienze

«Per la prima volta dal 1991 non c’è stata nessuna persona a piedi uccisa sulle strade della città – afferma Colombo –. È stato dimezzato il numero di vittime della strada, passate da 20 a 10. Gli spostamenti in bici sono aumentati del 10% e l’inquinamento da traffico è calato del 29%. Il tempo di percorrenza medio in auto di 16minuti e 54 secondi è aumentato solo di 1 minuto dal 2023 al 2024. Basta poco per salvare vite umane».

L’altra esperienza presentata quella del Comune di Olbia, con il sindaco Settimo Nizzi, in videocollegamento, primo sindaco (di centrodestra) ad aver «sistematizzato» la città a 30 all’ora: «Prima a Olbia le persone giravano in auto intorno al centro storico e alle zone della movida, oggi lasciano la macchina anche lontana e si fanno una passeggiata. Tutti camminano piano e stanno più attenti a chi va in bici o a piedi. A volte capita di mandare la Polizia locale perché c’è qualche furbetto che non rispetta le regole, ma le multe non sono molte».

L’incontro, si diceva, è stato organizzato dal Comitato per Redona che sta coinvolgendo il quartiere, anche con una raccolta fondi, per «mettere in atto una sperimentazione di urbanistica tattica, con materiali di poco costo, come fioriere e bancali, che rallentano la velocità, mostrando i benefici delle Zone 30 se bene utilizzate – spiega il presidente Emiliano Bezzi –. Abbiamo presentato una richiesta di finanziamento a Fondazione Comunità Bergamasca, accompagnata da una lettera di sostegno dell’amministrazione comunale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA