Beppe Acquaroli: «Penso già alle luci di Natale, ma la vera passione è fare il nonno»

L’intervista Vulcanico e appassionato, le idee non gli mancano. Beppe Acquaroli, ristoratore di Bergamo, è tante cose insieme. Una di queste è di pochi mesi fa: fare il nonno.

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«Ne vado orgoglioso: sono riuscito a portare a Bergamo una ruota panoramica di 32 metri». L’orgoglio è per una cosa sola: «Ho fatto felice i bambini, li ho visti a Natale: ho visto la gioia negli occhi dei più piccoli». Se si vive a Bergamo il «Beppe del Baretto» lo conosci, almeno di vista: lo trovi al Baretto di San Vigilio, lo storico locale che gestisce e che con le sue luci illumina quel pezzo romantico di Bergamo; ma lo trovi anche in giro per la città a dicembre a controllare le luci di Natale di cui da alcuni anni si occupa. «Dopo il 6 gennaio penso già agli addobbi dell’anno successivo - sorride -. Abbiamo fatto una bella cosa a Bergamo e siamo riusciti a uniformare le luminarie in tutta la città, in un progetto condiviso grazie al Comune e al Distretto del Commercio con cui collaboro».

Lui si definisce «ristoratore, papà, marito e soprattutto nonno, ed è anche presidente di un gruppo di ristoranti di città e provincia, ristorantibergamo.com». L’esperienza nel settore non gli manca: «Ricordo quando mio padre mi ha portato per la prima volta al “Baretto”: avevo 6 anni, ero con mia sorella Mariarosa, e ci ha messo subito a lavare i bicchieri - ricorda -. Da lì non mi sono più mosso». E qui racconta aneddoti della sua vita: «Mi piace parlare con i miei ospiti, mi piace farli sentire a casa, come parte della mia famiglia. La cosa più importante che deve fare un ristoratore è proprio questa».

A lui la parlantina non manca e non mancano gli aneddoti di famiglia, del papà e di mamma Antonietta, storica figura di Città Alta, venuta a mancare durante il Covid: «Ha dato tanto a tutti noi e le abbiamo voluto dedicare un amaro che si chiama con il suo nome, “L’Antonietta”: è già in locale, è un tributo alla sua storia, è preparato con le erbe aromatiche della nostra Bergamasca».

Vita passata e futuro a Bergamo: «Fare il ristoratore è una sfida: Bergamo è smart e dinamica ma c’è ancora tanto da fare - dice -. Ma Bergamo è brava, come l’Atalanta» sorride lui che è tifoso storico. Ma soprattutto è nonno: «Ne sono felicissimo: mi piace fare il nonno, essere un nonno». E anche se il papà del piccolo Tommaso è juventino, nonno Beppe è sicuro: «Tommy sarà assolutamente atalantino».

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