«Come vicesindaco la città mi ha insegnato molto». Gandi: «A casa? Cucino, il mio cavallo di battaglia sono le polpette»

L’intervista. Dal lavoro a Palazzo Frizzoni a quello di avvocato del lavoro, fino ai compiti di papà tra polpette al sugo e passioni di ragazzo, mai sopite.

07:10

È appassionato di politica fino da quando aveva i calzoni corti e da 8 anni in politica ci lavora. Sergio Gandi, vicesindaco e assessore alla Sicurezza del Comune di Bergamo, specifica: «È diversa la politica da quello che ci si immagina discutendo dei massimi sistemi: la politica è occuparsi delle persone, dei loro bisogni, del vicino di casa, di chi incontri per strada, dalla viabilità al mondo del sociale. A fare il vicesindaco finisci per conoscere molto meglio la tua città e la sua vita: io in questi 8 anni ho scoperto e conosciuto Bergamo in maniera profonda, più di tutta la mia vita vissuta in città».

Gandi parla del suo ruolo di amministratore: «Sapevo poco di cosa significasse quando ho iniziato, l’ho imparato strada facendo. Al centro ci sono le problematiche quotidiane, dei cittadini, che alla fine sono le problematiche di tutti: i bambini, la scuola, il tempo libero, la responsabilità verso chi è più fragile. Fare il vicesindaco è questo: occuparsi delle problematiche del quotidiano». Ed è molto orgoglioso di «essermi messo sempre a disposizione dei cittadini, sempre a viso aperto, andando dove i cittadini mi hanno chiamato - dice -. Così ho sempre accettato le critiche, anche feroci».

E poi c’è il versante Bilancio: «Una soddisfazione tenere i conti in ordine, ma anche renderli comprensibili per i cittadini: far capire loro in maniera più facile come funziona l’amministrazione e i suoi conti» dice e parla anche dei tasti dolenti: «Ci sono ancora punti della città che soffrono e in particolare c’è la questione giovani che va affrontata per situazioni di comportamenti esasperati e di non conformità alle regole». Poi un tema tecnologico: «Rispetto al sistema di video-sorveglianza siamo un passo indietro. Mio obiettivo ora è recuperare entro la fine del mandato».

La Bergamo del futuro? Per Sergio Gandi è giovane, anche se lui si ritiene un tipo non «particolarmente giovane: ormai sono un uomo di mezza età - sorride -, però non mi ci vedo tanto». Nel tempo libero sta con i i figli: «Li vedo poco tra il lavoro di avvocato e di vicesindaco e il fine settimana mi piace stare con loro». E gli piace cucinare: «Lo faccio più io della loro mamma: mi fanno richieste specifiche e ho dei cavalli di battaglia: le polpette al sugo per esempio. Ne vanno pazzi loro e anche io».

Poi ci sono le passioni: «In questa fase non riesco a coltivarle, ma da giovane erano il cinema e la subacquea». Chissà di recuperarle mentre nel frattempo si pensa «ancora ragazzo» che ha un sogno («irrealizzabile») nel cassetto: «Come avvocato del lavoro sono dalla parte dei clienti, dando loro consulenza, ma mi piacerebbe essere per una volta dalla parte del legislatore, per vedere in Commissione Lavoro come nascono le norme di cui poi devo occuparmi». E aggiunge: «Irrealizzabile, ma resta il sogno».

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