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Giovedì 20 Novembre 2025
Compagnoni e Tomba si raccontano al Gres art 671 di Bergamo
L’EVENTO. Sorpresa per gli appassionati che hanno partecipato all’incontro legato alla mostra «FuoriPista».
Bergamo
Con Deborah arriva Alberto. A completare un tris dei sogni dalla platea spunta anche Giorgio. Compagnoni-Tomba-Rocca, roba da brividi allo stato puro. Con quell’effetto-sorpresa per la gioia dei tantissimi accorsi per «Il grande slalom», evento inserito in «FuoriPista», tra arte, sport e inverno, la mostra di Gres art 671 dedicata agli sport invernali.
La sorpresa di Tomba
Più che fuori pista però è arrivato il migliore dei fuori programma. Visto che sul palco, imboccati come sempre magistralmente dalla giornalista Cristina Fantoni, una dopo l’altra, ecco le icone di un movimento che ha fatto sognare un’intera generazione. Nove medaglie olimpiche tra Compagnoni e Tomba, a 77 giorni dall’apertura di Milano-Cortina («Le piste saranno pronte, le strade no. Diamoci una mossa», ha detto un caustico Albertone). Un vero e proprio slalom tra trionfi, cadute e risalite che si è trasformato in uno show per un pubblico - in cui c’erano anche Bibiana Perez (dolce metà di Barnaba «Babi» Greppi) e Michela Azzola - colpito nel cuore delle emozioni. Una carriera finita a 31 anni, l’altra a 29 («Non so se avrei potuto vincere di più, mai guardare indietro» specifica Deborah) con i cinque cerchi apice di due iter leggendari. «Ad Albertville, nel 1992, due titoli a distanza di poche ore il 18 febbraio - ricorda Compagnoni -. Il successo in gigante di Alberto mi ha tolto tanta pressione verso un superG nel quale non ero neppure tra le favorite, lui con il numero 6 ed io con il 16. Il giorno successivo, purtroppo, mi sono rotta il ginocchio ed è cambiata la mia vita».
Quattro anni prima, a Calgary, «La Bomba» fermò l’Italia intera ed il Festival di Sanremo: «Quello era un festival con l’iniziale maiuscola – sorride -, quello di oggi se venisse interrotto forse sarebbe un bene... Io neppure sapevo di questa situazione, altrimenti la tensione sarebbe andata alle stelle». E invece, in Canada, si completò la doppietta d’oro gigante-slalom. Per un Alberto guascone bolognese «condannato a vincere e spesso al centro di una pressione mediatica incredibile», una Deborah valtellinese di Santa Caterina Valfurva più morigerata, «da donna di montagna, poche parole e voglia di dimostrare con i fatti».
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