Sofia Goggia e l’infortunio: «Prova difficilissima, ma questo dolore non sarà invano»

SCI. La campionessa bergamasca, operata il 5 febbraio scorso, ha pubblicato sui social un lungo messaggio. Il ricordo di Elena Fanchini, poi la promessa al padre e ai tifosi: «Fa malissimo, ma bisogna andare avanti. Ce la metterò tutta».

A 17 giorni dall’infortunio che ha messo fine in anticipo alla sua stagione, Sofia Goggia torna a parlare con un lungo messaggio ai tifosi su Instagram e Facebook. Nel post la campionessa bergamasca, 31 anni, racconta le sue emozioni, le sue fatiche e le sue speranze. Nelle prime righe Sofia cita Elena Fanchini, sciatrice scomparsa un anno fa dopo aver lottato con un tumore: «“Se questo è il piano che Dio ha riservato per me, altro non posso fare che spalancare le braccia, accoglierlo e accettarlo”. Questa frase, che già utilizzai due anni fa a Cortina quando mi infortunai prima di Pechino, non è mia ma di Elena Fanchini: la pronunciò durante un’intervista con un sorriso e la sua autentica genuinità - che tanto mi manca! - quando venne a sapere della ricaduta del tumore. Mi sono ispirata a Lei, l’ho fatta “mia” ed è ciò che mi sono detta quando mi stavano trasportando a Milano in elicottero, con la ferma consapevolezza che quella sgradevolissima sensazione che avevo avuto in pista, quando ancora non mi ero fermata dalla caduta, era veritiera: la mia tibia era rotta e frantumata».

«Uno strappo nel profondo»

«Mio papà – prosegue la sciatrice nel post – mi ha scritto per messaggio che questo mio dolore non sarà invano ma, anche se poi il tempo mi dirà che lui aveva ragione, attualmente fatico a crederci. Non è un osso che si rompe e non è la, seppur pesantissima, fatica psicofisica del settimo, complicato intervento chirurgico in carriera. Ciò che fa male, davvero male, è quella lacerazione che sento dentro al petto, strappo che solo io posso sentire radicato nel mio profondo, figlio del fatto di essere per l’ennesima volta a tu per tu con me stessa in una situazione del genere nonostante gli sforzi, l’impegno e le scelte lavorative affinché la possibilità che questo tipo di avvenimenti potesse accadere, si riducesse al minimo…È l’impossibilità di riuscire solamente, che poi per me è tutto, a vivere “normalmente” la mia passione sugli sci, passione per cui ho lavorato e per cui lavoro assiduamente da una vita intera. Fa malissimo. Ma bisogna andare avanti».

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«Ma la Elly aveva ragione – scrive Sofia –: per quanto dura sia da accettare questa situazione, non posso fare altrimenti, il senso forse arriverà poi. È “solo” una prova in più. Difficilissima, ma una in più. E caro papà , anche se nel mio cuore mi sembra di essere ferma distesa su quella pista di Ponte di Legno temendo il momento in cui dovrò incrociare gli occhi del mio allenatore, del mio Skiman e del mio preparatore dicendo loro che per quest’anno il Sogno si è interrotto, ti prometto che ce la metterò tutta per far sì che questo dolore terribile non sarà invano. Lo prometto a mio padre. E lo prometto a tutti voi».

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