A 61 anni è morto Stefano Storto: «Giudice per vocazione»

IL LUTTO. Si è spento lunedì 17 novembre il giudice Stefano Storto. Aveva 61 anni e da tempo era malato, ma sino a settembre aveva lavorato al tribunale di Bergamo, dove ricopriva la carica di gip/gup.

Bergamo

«La funzione di giudice l’ha sempre vissuta come una vocazione», ha confidato la moglie Daniela agli amici del marito. Discreto, moderato, aria severa, era apprezzato dagli avvocati per il suo equilibrio. Storto, figlio di due insegnanti molisani trapiantati a Bergamo, aveva frequentato il liceo classico Sarpi e poi si era laureato in Giurisprudenza all’Università Statale di Milano.

Chi era Stefano Storto

Il primo incarico fu da pretore a Niscemi, in Sicilia; poi giudice penale a Crema, Treviglio e infine il tribunale di Bergamo, dove, dopo sei mesi alla sezione civile, si è alternato tra l’Ufficio Gip/Gup e i collegi giudicanti della sezione penale. Tra le altre cose, è stato presidente del collegio penale del mega processo Ubi, durato anni e protrattosi anche durante il periodo del Covid. Nel privato, Stefano Storto era appassionato di barca a vela e di musica jazz (suonava il pianoforte per diletto).

«Era estremamente intelligente e, dietro la sua aria severa, si nascondeva una persona molto spiritosa e ironica», lo ricorda l’amico ed ex compagno di scuola Andrea Brignoli, avvocato e figlio dell’ex procuratore di Bergamo Giorgio Brignoli.

«Un magistrato integerrimo e competente che è stato al suo posto finchè ha potuto. Un giudice quasi d’altri tempi, capace e che ha ben rappresentato la magistratura a Bergamo. Ci mancherà», è il ricordo del presidente dell’Ordine degli avvocati Giulio Marchesi.

Stefano Storto lascia nel dolore la moglie Daniela, insegnante, e tre figli. Il feretro è stato trasferito alla casa del commiato di via Suardi a Bergamo, in attesa dei funerali che si svolgeranno giovedì 20 novembre alle 14.30 nella parrocchiale di Sant’Alessandro in Colonna a Bergamo.

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