Addio a Locatelli, l’assessore dello stadio

IL LUTTO. Esponente della Dc, ebbe la delega ai Lavori pubblici nella Giunta Galizzi: portò avanti la battaglia per ristrutturare l’allora Comunale. I funerali giovedì 4 settembre alle 15 nella chiesa del Tempio Votivo in Santa Lucia.

Alle celebrazioni ha sempre preferito i fatti. «Diretto», «concreto» sono le parole più ricorrenti tra gli amici per ricordarlo. Pietro Locatelli, mancato il 2 settembre alla vigilia degli 82 anni (li avrebbe compiuti il 26 settembre), era infatti un politico e amministratore tutto d’un pezzo. Assessore ai Lavori pubblici nella Giunta Galizzi (1990-1995) ed esponente della Dc (militava nella corrente di «Forze Nuove» che a livello nazionale faceva riferimento a Carlo Donat-Cattin e a Bergamo a Giancarlo Borra, al quale era molto legato), a lui si deve ad esempio la

ristrutturazione delle tribune dell’allora Comunale e la copertura della «Giulio Cesare». Erano gli anni difficili e tesi di Mani Pulite, «ma nessuno a Bergamo, a differenza di quanto è successo a Brescia o a Milano, ebbe conseguenze inquisitorie-penali e riuscimmo a portare a termine il mandato», ricordano i protagonisti dell’epoca.

«Con grande determinazione Pietro Locatelli riuscì a concludere i lavori allo stadio in tempo utile per il Campionato, era una personalità molto diretta e concreta», conferma il compagno di Giunta Carlo Saffioti (allora nel Partito liberale, aveva la delega a Commercio e Turismo). Chi ricorda nei dettagli tutta la vicenda (che risale al 1991) è Carlo Salvioni, che in quell’esecutivo, eletto con il Partito Socialista, teneva le redini della Cultura: «Il ministro Franco Carraro ci ricevette a Roma, accogliendo il nostro progetto di ristrutturazione dello stadio e disponendo un finanziamento di 18 miliardi delle vecchie lire. Locatelli, coerente con la posizione del sindaco e della Giunta, portò avanti la sistemazione delle due tribune, con la copertura della “Giulio Cesare”. L’operazione, però, si bloccò e non riuscimmo a sistemare le due curve». In città, infatti, e all’interno della stessa Dc, venne avanti il fronte che sosteneva la costruzione di uno stadio nuovo.

L’impegno per lo stadio

«E così la ristrutturazione si fermò e fummo costretti a restituire parte delle risorse ottenute da Roma. Ma la delega ai Lavori pubblici era molto pesante, tant’è che con Pietro scherzavo dicendogli: hai portato la branda in ufficio?», racconta Salvioni. Legato a Locatelli anche da un rapporto di amicizia: «Abitavamo nello stesso quartiere di Santa Lucia, dove ci incontravamo spesso. L’ultima volta gli ho chiesto come stava e ha scosso la testa». Di «un amico di una vita» parla anche Sergio Arnoldi, altro esponente democristiano della Giunta Galizzi (con una serie di deleghe, dal Traffico al Personale). «Sto rientrando da Pantelleria per andare a trovare l’amico di una vita – dice –. Io e Pietro siamo stati compagni di Università per tutti e cinque gli anni di Economia e commercio a Verona, sede distaccata di Padova. Da lì ci siamo accompagnati da amici per tutta la vita».

«Un uomo coraggioso»

Fino appunto a ritrovarsi impegnati fianco a fianco anche nella gestione politico-amministrativa della città. «Pietro era un uomo coraggioso, volenteroso, testone, insomma un bergamasco, serio, di buona volontà: si è scontrato tante volte con la burocrazia, ma i risultati li ha sempre portati a casa», rimarca Arnoldi. Che di Locatelli sottolinea anche le doti umane: «Un bravo papà e un gigantesco nonno». Locatelli lascia infatti la figlia Sara, il genero Silvio e le nipotine. Di «persona preparata e seria, che si è distinta politicamente», parla anche Gianpietro Benigni: «Siamo stati colleghi in ospedale, dove lui è stato provveditore». Pietro Locatelli, infatti, ha ricoperto diversi incarichi all’Ospedale Maggiore e al «Matteo Rota», diventando anche uno stimato imprenditore nel settore degli apparecchi medicali. Dispiacere esprime anche Giovanni Sanga: «L’ultima volta che l’ho sentito al telefono – racconta – mi aveva parlato delle sue condizioni di salute. Aveva una grande passione per la politica e gli piaceva molto argomentare, discutere e confrontarsi amabilmente». Sanga cita l’impegno nell’amministrazione comunale e nella Dc: «Era determinato nelle sue scelte ma altrettanto cordiale nel rapporto con le persone e acuto nei suoi giudizi». I funerali di Pietro Locatelli si svolgeranno il 4 settembre alle 15 nella chiesa del Tempio Votivo di Santa Lucia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA