
Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 30 Giugno 2025
«Alessandro, amico sincero, ci mancherà il tuo sorriso»
IL RICORDO. Il cordoglio nel quartiere di Bergamo di Celadina per il motociclista deceduto nello schianto di sabato sulla strada tra Selvino e Nembro. «Sapeva trasmettere profonda serenità».
«Aveva il dono di trasmettere un’ amicizia incondizionata, senza aspettarsi nulla in cambio». Emerge questa qualità nel commosso ricordo degli amici di Alessandro Morlotti, tragicamente scomparso l’altro ieri in un incidente sulla strada che porta da Selvino a Nembro , mentre era in sella alla sua moto, una delle sue più grandi passioni. Un destino crudele, che l’ha strappato all’affetto di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, lasciando un vuoto profondo.
Chi era Alessandro Morlotti
Alessandro Morlotti, 53 anni, lavorava come operaio nel settore della logistica. La gioventù l’aveva passata con gli amici nel suo quartiere, a Celadina, dove è cresciuto ed era tornato a vivere, per prendersi cura della madre malata. «Da ragazzo- racconta l’amico Stefano – frequentava spesso l’oratorio e il parco, dove si improvvisavano partite di calcio e si giocava a Monopoli, Risiko e ping pong. Siamo cresciuti assieme – continua commosso Stefano – e molto tempo lo trascorrevo a casa dei suoi genitori, che abitavano nella stessa via dei miei nonni».

(Foto di Yuri Colleoni)
Alessandro, sin da piccolo, si è distinto per bontà d’animo e per la disponibilità ad aiutare gli altri e «difficilmente in una conversazione si trovava ad alzare i toni, prediligendo l’ascolto alla prevaricazione. Una persona pulita, sincera e con un atteggiamento misurato e rispettoso, come se ne trovano poche nella vita», chiosa l’amico Luca.
Da giovane il suo soprannome era «il Cirio», epiteto simpatico attribuitogli e legato al suo taglio di capelli. I suoi amici hanno raccontato anche dei primi lavori saltuari: «Per divertirsi e guadagnare qualche spicciolo, facevamo qualche lavoretto alla fiera di Sant’Alessandro – come parcheggiare le macchine degli autoscontri Piccaluga oppure raccogliere qualche gettone gratis nella sala giochi di Enzo – in cui stavamo ore e ore a sfidarci in battaglie con giochi elettronici».
Un altro amico ha ricordato i pomeriggi «passati giocando a tennis – altro sport che gli riusciva in maniera naturale – all’interno di una fabbrica abbandonata, dove abitualmente disegnavamo il campo con il gesso e utilizzavamo come rete le manichette antincendio». Altre passioni poi hanno preso il sopravvento e l’hanno accompagnato nella sua quotidianità, come la moto, le passeggiate in montagna e i suoi cani, «che amava in maniera viscerale» e gli facevano compagnia in ogni momento.
«Alessandro – commentano i suoi amici – affrontava con la forza del sorriso i momenti difficili della vita e di lui sicuramente rimane quel fare, anche un po’ scanzonato e ingenuo, che trasmetteva la sua profonda serenità ed educazione». L’amico Luca, ha sottolineato che «l’amicizia e il suo ricordo, nonostante il tempo e le scelte di vita che fanno prendere strade differenti, è rimasto negli anni immutato e rappresenta una delle ricchezze e dei valori più importanti nel percorso di ognuno di noi, un legame che andava oltre la distanza e il tempo». Un’amicizia che resta viva nel cuore di chi ha potuto conoscerlo e apprezzarlo per la persona che era.
Da lunedì la salma di Alessandro Morlotti sarà composta alla camera mortuaria della Casa del commiato di via Suardi a Bergamo, in attesa dei funerali.
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