Bergamo, a 13 anni spinto contro un’auto e preso a pugni in faccia

L’AGGRESSIONE. Il ragazzino era con un amico, anche lui spintonato. La mamma: «I nostri figli non possono più girare liberi».

Lo hanno accerchiato in 6 o 7 ragazzi e spinto prima contro una ringhiera e poi contro un’auto in sosta. Quindi, trattenendolo per il giubbetto, lo hanno colpito con cinque o sei pugni al volto. È quanto accaduto sabato 4 ottobre, attorno alle 18, a un ragazzino di soli 13 anni (ne compirà 14 entro fine anno) e a un suo amico e coetaneo, aggrediti da un gruppetto in via Goisis, a Redona, non distante dall’abitazione dei due ragazzini.

Importunati all’oratorio

Tutto era cominciato poco prima, all’oratorio di Monterosso, dove i due amici, assieme ad altri due coetanei, sono stati importunati da un ragazzo nordafricano, che li ha infastiditi mentre giocavano a calcio balilla. «Mio figlio ha prima invitato il ragazzino che lo punzecchiava ad allontanarsi, poi lo ha spinto via – racconta la mamma del tredicenne –: usciti dall’oratorio mio figlio e l’amico coetaneo, sono stati accerchiati da un gruppetto di ragazzi di origine nordafricana, tra cui quello che prima li aveva infastiditi, il quale sosteneva che sarebbe arrivato anche suo fratello. Mio figlio e l’amico si sono quindi spostati verso il parco Goisis perché, essendo seguiti da ormai una decina di ragazzini, temevano di essere aggrediti e hanno così cercato un posto più affollato. Benché avessero detto loro che il fratello non sarebbe più arrivato, quasi fosse un diversivo, più tardi mio figlio e l’amico sono stati aggrediti vicino al campo sportivo dell’Ares Redona dal gruppetto di prima, tra cui i due fratelli giunti in monopattino. L’amico è stato spinto contro una ringhiera, mentre mio figlio contro un’auto in sosta e colpito».

L’intervento dei passanti

Solo grazie all’intervento di alcuni passanti i ragazzi sono stati divisi: «Abbiamo raggiunto mio figlio e l’amico, accompagnati da un signore che faceva jogging – racconta la mamma –: il gruppetto di aggressori era ancora lì e anche a noi hanno risposto in modo arrogante». Il ragazzino ha poi rimediato tre giorni di prognosi in ospedale. La famiglia ha sporto denuncia ai carabinieri. «Possibile che i nostri figli non possano girare tranquilli nel loro quartiere?», conclude la mamma.

© RIPRODUZIONE RISERVATA