Blitz dei Nas, gravi carenze igieniche: tre locali chiusi e multe per 39mila euro

L’OPERAZIONE. Sigilli a due bar di Bergamo e un minimarket a Romano. Altri due locali sanzionati a Pedrengo e Seriate. Cento chilogrammi di prodotti alimentari sequestrati.

Bergamo

Controlli a tappeto da parte dei c arabinieri del N.A.S. di Brescia a Bergamo e provincia hanno portato alla luce una situazione preoccupante sotto il profilo della sicurezza alimentare. In sette esercizi pubblici ispezionati, sono emerse violazioni tanto gravi da richiedere l’intervento immediato dell’autorità sanitaria.

Tre locali chiusi per motivi igienico-sanitari

Due bar di Bergamo e un minimarket di Romano di Lombardia sono stati costretti a sospendere immediatamente l’attività. Nei locali, i militari hanno trovato alimenti – in particolare pane e dolciumi – conservati in modo improprio, ad esempio congelati in comuni buste per la spesa, senza etichettatura o indicazioni sui tempi di preparazione e scadenza.

In totale, circa 100 kg di prodotti alimentari sono stati sequestrati e smaltiti in quanto ritenuti potenzialmente pericolosi per il consumo umano.

Condizioni igieniche inaccettabili

Oltre alle irregolarità nella conservazione degli alimenti, in alcuni esercizi sono state rilevate condizioni igieniche pessime: sporco accumulato da tempo, presenza di detersivi e

materiali estranei sui piani di lavoro. In un bar mancava persino il documento obbligatorio per le aziende alimentari, necessario per definire e applicare correttamente le norme di sicurezza alimentare.

Altre irregolarità a Pedrengo e Seriate

Non è andata molto meglio ad altri due locali: un ristorante di Pedrengo e un bar di Seriate, dove sono state accertate carenze igieniche e, soprattutto, la mancata indicazione degli allergeni nei menù, una violazione grave in termini di tutela della salute dei consumatori.

Sanzioni per decine di migliaia di euro

Complessivamente, le violazioni contestate hanno comportato sanzioni amministrative per un totale di 39.000 euro. Un dato che conferma la gravità delle inadempienze riscontrate e che lancia un chiaro segnale d’allarme al settore della ristorazione locale.

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