Bollette alle stelle, i musei tremano

Il caro consumi. Accademia Carrara: costi dell’energia quintuplicati in un anno. Si punta sul fotovoltaico. Teatro Donizetti: ci preoccupa l’inverno, spese già raddoppiate. Ghisalberti: fondi in arrivo dal decreto Aiuti.

Il caro bollette rischia di mettere in ginocchio musei e teatri proprio nell’anno in cui Bergamo sarà, con Brescia, Capitale italiana della Cultura. La situazione è critica per tutto il comparto. Negli ultimi mesi i costi sono cresciuti in maniera esponenziale, e di qui al nuovo anno non sono previsti miglioramenti. Anzi.

Il grido d’allarme

«I musei come il nostro sono strutture energivore – spiega Gianpietro Bonaldi, responsabile operativo di Accademia Carrara – principalmente per due motivi: l’ampiezza degli spazi e la necessità di tenerli climatizzati 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno. Noi siamo tenuti, anche quando la pinacoteca è chiusa, a mantenere determinate condizioni di temperatura e di umidità nelle sale perché le opere non si rovinino». Sono i macchinari per la climatizzazione all’origine dei consumi di energia elettrica più consistenti, l’incidenza dell’illuminazione è relativa sull’aumento dei costi. E che costi.

«Anche se chiudessimo il museo, non risolveremmo il problema, ci limiteremmo a risparmiare sulle luci»

Nel luglio e nell’agosto 2021 la Fondazione Accademia Carrara si è ritrovata a pagare bollette mensili da 15mila euro che nel giro di un anno si sono quintuplicate, arrivando lo scorso luglio a 55mila euro e il mese successivo a 76mila. «Una situazione insostenibile – commenta Bonaldi – e senza via d’uscita. Anche se chiudessimo il museo, non risolveremmo il problema, ci limiteremmo a risparmiare sulle luci». Che fare, quindi? «Siamo una fondazione privata, stringiamo i denti e andiamo avanti, ma nel lungo periodo sarà un guaio. Il rischio è che pagare le bollette diventi il core business dei musei come il nostro». La soluzione a lungo termine può essere quella di raggiungere l’autonomia energetica, «diventando produttori di energia solare, fotovoltaica. C’è una progettualità in corso – dice il responsabile operativo della Carrara – ma nel breve termine dovremo andare avanti contando sulle nostre forze, nella speranza che il tema dei costi dell’energia venga affrontato a livello nazionale e internazionale». In questi mesi il museo resterà chiuso per consentire i lavori di riallestimento e le bollette ne beneficeranno. Le opere sono state portate nei depositi e questo consentirà di risparmiare sui consumi sino alla fine di gennaio, quando la pinacoteca riaprirà con la mostra dedicata a Cecco del Caravaggio.

Soldi dallo Stato

Alle prese con il caro energia anche la Fondazione Teatro Donizetti, mentre il discorso è diverso per gli altri musei della città, i cui costi energetici sono interamente a carico del Comune. Le utenze di Gamec, del Museo delle Storie, di Museo Caffi, Archeologico e delle biblioteche cittadine sono pagate da Palazzo Frizzoni. «Avremo idea dei costi distinti museo per museo solo alla fine dell’anno – fa sapere l assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti –; certo il problema esiste, tanto che nel bilancio di previsione sono stati stanziati 2 milioni di euro in più per i consumi energetici, un budget peraltro già superato. Dal decreto Aiuti avremo fondi in due tranche da 900mila euro l’una, ma temiano non basteranno».

In previsione dell’aumento dei costi il Comune di Bergamo ha stanziato 2 milioni di euro in più per i consumi energetici dei musei cittadini

Il generale inverno

«Ci preoccupa l’inverno – ammette il direttore generale della Fondazione Teatro Donizetti Massimo Boffelli – quando l’utilizzo del teatro è pressoché costante, tra prove e rappresentazioni che vanno avanti sino a mezzanotte. Anche il gas ha avuto un incremento consistente, ma abbiamo un accordo con A2A per il teleriscaldamento che tiene i prezzi bloccati. Il problema è l’energia elettrica». Da gennaio a luglio 2021 illuminare e climatizzare il Donizetti è costato 42mila euro che, nello stesso periodo di quest’anno, sono diventati 68mila (vale a dire il 60% in più).

Chiudere i musei e ridurre l’offerta di eventi per abbassare i costi delle utenze non sembra un’ipotesi praticabile nell’anno della Capitale italiana della Cultura

Costi quasi raddoppiati al Teatro Sociale, dove nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2021 la spesa per l’energia elettrica è stata di 9.500 euro, saliti a 18mila nei primi sette mesi di quest’anno. «Il bilancio di previsione del 2022 ha messo nel conto un incremento dei consumi ma non sappiamo cosa ci riserva il futuro, la verità è che navighiamo a vista – ammette Boffelli –. Certo non potremo chiudere o ridurre il numero degli spettacoli, abbiamo gli abbonati e una programmazione già definita». Dallo Stato arriverà un sostegno, ma è difficile che possa bastare. «Il decreto del ministero della Cultura di fine settembre ha stanziato 40 milioni di euro per cinema, teatri e luoghi della cultura. Per il futuro torneremo alla carica con il fotovoltaico, che la Soprintendenza non ci ha fatto installare perché il Donizetti è un immobile storico. Speriamo cambi idea» si augura Boffelli.

Chiudere i musei e ridurre l’offerta di eventi per abbassare i costi delle utenze non sembra un’ipotesi praticabile nell’anno della Capitale italiana della Cultura. Certo oggi lo slogan per il 2023 («La città illuminata»), ideato prima che il vento di crisi iniziasse a soffiare, suona come uno scherzo del destino.

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