Bollette, raccolta fondi per famiglie in difficoltà, in arrivo anche il tutor

L’INIZIATIVA. Via a «Riscaldiamo l’inverno», progetto delle Acli. L’obiettivo: supportare fino a 400 nuclei. In Lombardia il 7,2% fatica a pagare la luce e il gas.

L’obiettivo minimo è aiutare un’ottantina di famiglie, ma verosimilmente l’asticella si alzerà di parecchio. Fino a 300-400 nuclei, per dare risposta a una delle fragilità più sentite di questo periodo: pagare le bollette di gas ed elettricità, un peso sempre più pressante sui bilanci familiari.

«Riscaldiamo l’inverno», l’iniziativa delle Acli nata nel 2022 per contrastare la povertà energetica in Bergamasca, riparte e si irrobustisce. È così perché la rete è ora più ampia – la promuovono anche Caritas bergamasca e Società San Vincenzo de Paoli, con il sostegno della Fondazione della Comunità Bergamasca, della Fondazione Mia e della Fondazione Banco dell’energia e in collaborazione con Manager No Profit – e perché sullo sfondo c’è un salto di qualità: attraverso le figure dei «tutor dell’energia domestica», si accompagneranno le famiglie vulnerabili verso l’adozione di soluzioni per rendere sostenibili i consumi.

Il tema non è di poco conto: secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio italiano sulla povertà energetica, in Lombardia è in questa condizione il 7,2% delle famiglie. «È un fenomeno presente e che si è acuito con il conflitto in Ucraina – è la lettura di Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos, che ieri ad Astino ha aperto la presentazione del progetto -. La situazione è preoccupante perché sono temi sui quali difficilmente si può intervenire, in una fase in cui aumentano le disuguaglianze. Il 55% degli italiani si dice poco soddisfatto della propria situazione economica, il 60% nell’ultimo anno ha dovuto erodere i propri risparmi o chiedere prestiti, otto su dieci temono di non poter far fronte a una spesa imprevista». Nel dettaglio, «tre italiani su quattro sono preoccupati per l’aumento di questi costi sul bilancio familiare», aggiunge Pagnoncelli, peraltro in un frangente in cui «anche il ceto medio che si sente impoverito rientra in questa platea».

I dettagli del progetto

Ecco allora che sul territorio si cerca d’intervenire. Da un paio di settimane i promotori di «Riscaldiamo l’inverno» hanno avviato una raccolta fondi (info su dona.caritasbergamo.it/riscaldamento): si è già a 10mila euro a fronte dell’obiettivo finale di 50mila, ma l’erogazione dei contributi partirà già al raggiungimento della soglia dei 25mila euro. In più, il contributo sarà potenziato grazie al sostegno delle fondazioni partner. A fare da interfaccia con i richiedenti saranno i centri di ascolto parrocchiali o interparrocchiali, le conferenze della San Vincenzo e gli sportelli Acli, e a ciascun beneficiario sarà riconosciuto un aiuto massimo per coprire fino a 900 euro di bollette: il 60% sarà a carico del progetto, il 20% arriverà da attori del territorio in cui è inserito quel nucleo familiare (parrocchie, enti, associazioni), l’ultimo 20% lo metterà la famiglia stessa.

«Non è assistenzialismo puro – precisa Roberto Cesa, presidente delle Acli bergamasche -: è uno sforzo di rete sociale, di attivazione di energie, di responsabilizzazione. Anche sul nostro territorio c’è un bisogno silenzioso, nascosto tra le mura domestiche, ma che pesa sul benessere e sulla dignità delle persone». «Ci piacerebbe poter creare anche uno strumento di monitoraggio dei risultati non solo in termini di persone raggiunte, ma anche per conoscere gli effetti sui modelli di consumo», propone appunto Fabio Bombardieri, presidente della Fondazione Mia. Anche perché, come rileva Silvia Pedrotti, responsabile della Fondazione Banco dell’energia, «a volte queste situazioni sono legate anche a contratti non ben fatti o truffaldini». «Puntiamo a intercettare una zona grigia sempre più estesa – osserva Federica Bruletti, segretaria generale della Fondazione della Comunità bergamasca -: persone non in grave marginalità, ma che rischiano di cadere in povertà».

Un supporto pratico giunge da Manager No Profit, realtà che ha formato i tutor dell’energia domestica: «Abbiamo già aperto uno sportello alla Social Domus – spiega Maurizio Vavassori, segretario nazionale dell’associazione -. È fondamentale conoscere la normativa, ma avere anche le giuste capacità di contatto umano verso le persone con cui si entra in relazione». In una società che a volte manca di «calore», «ci accorgiamo che tante famiglie rischiano di cadere nella grave marginalità – ragiona don Roberto Trussardi, direttore della Caritas diocesana -, e a volte una delle fatiche più grandi è l’incapacità di gestire al meglio il loro piccolo patrimonio. Serve uno sprone anche alla politica: dobbiamo pungolare le istituzioni, a ogni livello, perché trovino il coraggio per dare nuove risposte». Racconta alcuni numeri, don Trussardi, per dare concretezza alla riflessione: nei primi undici mesi del 2025, il Centro di primo ascolto diocesano – dedicato alla grave marginalità – ha intercettato 2.198 richieste di supporto (con picchi di 35 accessi giornalieri), quasi il doppio delle 1.358 di tutto il 2024.

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