Carisma, bonus ai dipendenti e ospiti. «Grazie a chi assiste gli anziani e alle famiglia che hanno fiducia»

L’intervista Miro Radici resta presidente della Fondazione: «È il nostro modo di dire grazie a chi non si risparmia nell’assistere gli anziani e alle famiglie che ci danno fiducia». La sfida di «CasAlzheimer», che sarà pronta nel 2023.

Resta in sella. Con un bagaglio di energia e di nuove idee per la Fondazione Carisma: Miro Radici, classe 1941, all’indomani delle nomine dei componenti privati e pubblici del nuovo Consiglio di amministrazione della onlus, conferma il suo impegno come presidente.

«Mettiamola così: siamo una squadra che ha una unità di visione e che può dare ancora molto per nuovi servizi destinati ai bisogni della comunità. La Fondazione Carisma non si è mai fermata, ha raggiunto obiettivi lusinghieri, e a breve metterà a disposizione di tutti i bergamaschi un nuovo e importante strumento per rispondere ai bisogni delle persone più fragili, i nostri anziani: aiutarli, accudirli e servirli al meglio è stata sempre la nostra missione. “CasAlzheimer”, che tutto il Consiglio di amministrazione e il Comitato d’onore ha voluto fortemente, è un servizio in più».

«I lavori sono andati molto avanti, e credo proprio che entro la metà del prossimo anno “CasAlzheimer” potrà essere pronta»

Quindi è ragionevole dire che quello che si era proposto, cioè aprire la nuova struttura dedicata alle persone colpite dall’Alzheimer entro la metà del prossimo anno, è un altro obiettivo raggiunto?

«Realizzare una nuova struttura che fosse dedicata alle necessità emergenti della comunità, cioè dare assistenza e accoglienza a persone colpite da Alzheimer e forme di demenza, è stata una scelta ponderata e fortemente voluta dalla Fondazione. Certo, tradurre in realtà il progetto è stato particolarmente impegnativo: questi ultimi mesi sono stati e sono particolarmente complicati, reperire le materie prime è stata un’impresa non facile, i costi sono lievitati. Ma i lavori sono andati molto avanti, e credo proprio che entro la metà del prossimo anno “CasAlzheimer” potrà essere pronta».

Un investimento non proprio da poco.

«Diciamo che a causa dei rincari dovuti all’aumento dei costi delle materie prime supereremo i 20 milioni di euro. Ma la Fondazione è riuscita a fronteggiare l’impegno con le sue forze: siamo orgogliosi anche di questo, gli istituti di credito ci hanno sostenuto e abbiamo mantenuto fede, ancora una volta, allo spirito che ci anima come Fondazione e come onlus: creare valore gestendo e reinvestendo tutto per rispondere alle necessità dei nostri ospiti e della comunità».

«CasAzlheimer» è stata progettata in modo innovativo, facendo partecipare anche gli addetti ai lavori, medici, infermieri, chi si occupa di assistenza, alla realizzazione di una realtà che potesse essere essa stessa uno strumento di cura. Ma è anche progettata in modo da poter essere «isolata» in caso di avvenimenti pandemici: peraltro, lo tsunami del Sars-Cov2 ha visto Fondazione Carisma in prima linea.

«Non è un mistero che abbia vissuto personalmente con grande sofferenza il fatto che nelle case di riposo non si potesse entrare a far visita ai propri cari lì ospitati. Per fortuna in Carisma abbiamo un grande e bel giardino, così, quando è stato possibile, almeno gli incontri all’esterno tra ospiti e parenti sono stati autorizzati. Inoltre, la stessa disposizione delle nostre residenze, con tre palazzine differenti, che potevano essere isolate, ci ha reso possibile anche dare una mano ai bisogni di tutta la comunità, quando c’era necessità di sostenere il sistema sanitario locale, messo sotto pressione dalla pandemia, con l’accoglienza nella struttura di Riabilitazione di malati dimessi dagli ospedali. Abbiamo fornito un aiuto, ma non voglio nascondere che ci saremmo aspettati almeno di essere ripagati. Non siamo stati trattati come invece sarebbe stato giusto».

Perché, qualcun altro ha avuto rimborsi senza aver contribuito alla lotta al Covid?

«Io so che noi abbiamo raggiunto il budget, e abbiamo risposto alla richiesta di aiuto per trovare posti letto per il Covid. Non ci siamo tirati indietro. C’è chi non ha contribuito a questo impegno collettivo, e però ha ricevuto comunque sostegni. Non mi sembra che i ristori siano stati distribuiti in modo equo. Di certo, ci saremmo aspettati un trattamento diverso. E ritengo opportuno rimarcarlo. Così come va anche rimarcato che il ruolo che la Fondazione svolge all’interno del sistema sanitario e socio-sanitario non è sempre riconosciuto. Ma credo che il futuro ci darà ragione».

Futuro, appunto: altri progetti in cantiere?

«Intanto, una riflessione sulle iniziative legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza: la Fondazione Carisma ha elaborato le sue proposte, e senza peccare di presunzione, si tratta di proposte molto interessanti. D’altra parte chi veramente sta declinando nella realtà il collegamento tra ospedale e territorio? Chi sta facendo assistenza socio-sanitaria in modo diretto e accessibile per una popolazione che è sempre più anziana e con tante patologie? Forse, per le idee della Fondazione a proposito del Pnrr, è mancata la volontà delle istituzioni e della politica di sostenerle. Noi, comunque, non ci fermeremo: la squadra del Cda ha mostrato assoluta unità d’intenti per la realizzazione di “CasAlzheimer”, credo che anche in futuro troveremo il modo per continuare sul filone che ci è caro. Penso alla possibilità, per esempio, di mettere al servizio dei nostri ospiti, ma anche degli utenti esterni, attrezzature d’avanguardia per esami diagnostici, facilitando l’accesso ad alcuni specifici approfondimenti radiografici e di immagine che oggi non è così rapido ottenere. Un’idea che spero di poter concretizzare in un futuro non lontano. Più a breve termine, invece, penso a gesti concreti per i nostri dipendenti e per i nostri ospiti».

«Anche se abbiamo dovuto affrontare parecchi costi aggiuntivi, nelle pieghe del nostro bilancio, tra gli accantonamenti, abbiamo trovato le risorse per un gesto di riconoscenza verso chi lavora con noi. Per i dipendenti quindi abbiamo pensato a un bonus e pensiamo anche a un bonus per i nostri ospiti: i tempi sono difficili per tutti, anche per le famiglie delle persone che sono accolte da noi»

Gesti concreti come bonus o incentivi?

«Nessuno di chi lavora nella Fondazione Carisma si è risparmiato, soprattutto in questi due anni di pandemia. Il personale tutto ha dato ogni fibra per accudire gli ospiti, per mantenere al cento per cento l’efficienza della nostra struttura. E anche se abbiamo dovuto affrontare parecchi costi aggiuntivi, nelle pieghe del nostro bilancio, tra gli accantonamenti, abbiamo trovato le risorse per un gesto di riconoscenza verso chi lavora con noi. Per i dipendenti quindi abbiamo pensato a un bonus. Non fornisco cifre, non prometto nulla di eclatante, ma un giusto segno per l’impegno. E pensiamo anche a un bonus per i nostri ospiti: i tempi sono difficili per tutti, anche per le famiglie delle persone che sono accolte da noi. Troveremo il modo per gratificarle, per la fiducia che ci è stata accordata».

Lei è nei fatti il «padre» della Fondazione Carisma, dopo sei mandati ne comincia un settimo.

«E questi saranno gli anni in cui bisogna preparare la transizione: non solo per una questione anagrafica, che mi riguarda, ma anche perché diverse “colonne” della Fondazione presto si avvicineranno all’età della pensione. Ed è necessario, perché la Fondazione Carisma conservi la sua missione, che si guardi alla necessità di preparare una nuova classe di professionisti, di dirigenti e di operatori. Qui abbiamo sempre avuto il meglio: lavorare per gli anziani, per i più fragili, significa avere una vocazione non comune. E cercheremo le nuove leve solo tra profili di alto livello: se una squadra vince, deve saper investire sul meglio che c’è sul mercato. Ed è quello che faremo. I nostri anziani lo meritano».

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