Caso Yara, «reperti del dna deteriorati». Magistrato indagato per depistaggio

L’indagine Il presidente della prima sezione penale del Tribunale di Bergamo Giovanni Petillo e la responsabile dell’Ufficio corpi di reato del tribunale Laura Epis risultano indagati a Venezia per depistaggio e frode processuale.

L’indagine della Procura lagunare è scaturita da un denuncia di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Bossetti, assistito dagli avvocati Paolo Camporini e Claudio Salvagni, lamenta il fatto che la cattiva conservazione dei campioni di Dna ne avrebbe determinato il deterioramento e dunque l’impossibilità di riesaminare i reperti per capire se ci sono spunti per nuove indagini e per un’eventuale revisione del processo.

Nella denuncia di Bossetti si parla di campioni «prima scomparsi e poi ricomparsi» e del sospetto che il materiale sia stato «conservato in modo tale da farlo deteriorare» e si punta il dito contro Petillo, che il 27 novembre 2019 autorizzò la difesa ad analizzare i reperti custoditi in tribunale, specificando di lì a poco che il via libera andava inteso come ricognizione e non come analisi.

L’indagine della Procura è scaturita da un denuncia di Massimo Bossetti secondo cui la cattiva conservazione dei campioni di Dna ne avrebbe determinato il deterioramento

Tra i testimoni sentiti dal procuratore aggiunto veneziano Adelchi D’Ippolito c’è Letizia Ruggeri, il pm che si occupò del caso. Anche i magistrati bergamaschi non sono rimasti con le mani in mano: il procuratore Antonio Chiappani nel maggio scorso, dopo essere venuto a conoscenza dei contenuti della denuncia di Bossetti, ha chiesto la trasmissione degli atti alla Procura di Venezia per calunnia.

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