Chiamate con numeri «veri» da banca e carabinieri, ma è un tentativo di truffa

IL CASO. Mercoledì mattina un ingegnere è stato contattato da truffatori che sono riusciti a far apparire sul telefonino i veri numeri della sua banca e della stazione dei carabinieri.

Sono sempre più sofisticate – anche dal punto di vista tecnologico – le truffe telefoniche. Tanto che i malviventi riescono a contattare la potenziale vittima fingendo di chiamare dal numero della propria banca o addirittura dai carabinieri. È capitato alle 9 di mercoledì mattina a Livio Izzo, ingegnere residente in città: «Ho ricevuto prima la chiamata dal numero reale della mia banca, la Popolare di Sondrio (che ovviamente non ha nulla a che vedere con la vicenda, anzi semmai ne è a sua volta vittima), e un tale che si è presentato come il funzionario Lorenzo Ronco mi ha riferito che dal mio conto erano stati effettuati in poco tempo diversi bonifici a varie aziende, ciascuno da 4.900 euro – spiega Izzo –. Mi ha chiesto se li avessi fatti io, ma non ne sapevo ovviamente nulla. “Allora è una truffa”, mi ha detto. “La chiameranno i carabinieri che stanno indagando su questa vicenda”. Nemmeno il tempo di mettere giù, che sempre al mio cellulare mi è arrivata una chiamata da un numero che è poi risultato corrispondere veramente alla stazione dei carabinieri di Bergamo Bassa, in via Novelli».

Il sospetto e la chiamata per le verifiche

Nel frattempo, però, l’ingegnere si era già insospettito, vista anche la tempestività con cui i presunti carabinieri lo stavano chiamando: «Inizialmente ho rifiutato più volte la chiamata perché stavo contattando un conoscente che lavora alla mia banca e che mi ha risposto che avrebbe fatto delle verifiche – racconta –: dopodiché ho risposto ai carabinieri, diciamo così, e questi si sono in effetti presentati come il comando stazione di Bergamo Bassa. Al che, intuito che c’era più di una cosa che non andava, ho risposto che non avevo tempo e che avevo un’emergenza in corso. Hanno insistito un po’, dicendo che stavano facendo un’indagine, ma io sono stato irremovibile».

Una scelta decisiva per Izzo, che ha poi contattato il comando provinciale dell’Arma, in via delle Valli, dove gli è stato confermato il tentativo di truffa: «Ho evitato di chiamare il numero da cui mi avevano contattato, nel timore che mi rispondessero ancora loro. Dopodiché non li ho più sentiti».

Ma come sarebbe poi proseguita la truffa? Probabilmente i finti carabinieri si sarebbero fatti fare un vero bonifico, giustificandolo come «verifica» – perché così è realmente accaduto altrove in passato – e spiegando che la vittima, cui sarebbe stata chiesa una sorta di collaborazione attiva nell’indagine, sarebbe stata poi rimborsata. Tutto falso, ovviamente. «Devo ammettere che ricevere queste chiamate da numeri veri mi ha lasciato sul filo del rasoio per tutto il tempo», conclude Izzo. L’invito delle forze dell’ordine resta quello di evitare di fornire dati sensibili al telefono, anche quando le chiamate sembrano reali, a partire dai numeri da cui arrivano.

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